L’oggetto di questo articolo, infatti, è la storia di un torneo di calcetto di periferia, qualcosa chiamato “Europaesana”, giunto alla terza edizione e che ogni anno cambia nome: quest’anno il nome è ricaduto sulla figura del bomber mediaticamente più conosciuto dai social, che abbinato ad un po’ di fantasia ha prodotto il Moscardelli Football Championship. Dove si svolge il tutto? In un paesino dell’entroterra lametino, Serrastretta, all’ombra di faggi e sulla comodità di sedie in legno[1] d’altri tempi.
Usiamo l’esempio di Vladimir Dimitrijevic, che scrive “l’individuo povero o smarrito nelle difficoltà sociali che ci minacciano sempre più, o oppresso da un regime poliziesco, colui che non ha nient’altro nella vita, che è sfuggito forse ai debitori, per ritrovarsi in quella parentesi che è una partita di calcio, ha soltanto quest’unico ambito in cui trovare delle leggi. […] L’uomo cerca questo senso, ma in una vita che è diventata economicamente e spiritualmente caotica non lo trova più. Anche il bambino lo cerca, cerca le parole ed è felice quando le trova. […] La gente che va alla partita non trova più senso nel mondo che lo circonda. E più questo mondo è caotico, più la gente si cerca delle leggi severe”[2]. È un torneo insolito dalle nostre
Così ha avuto inizio a giugno il torneo, per concludersi il 24 luglio con la finale tra Colchoneros e Super Mario, con la vittoria dei primi. Dieci squadre al via, tra cui la squadra ufficiale del torneo, il Collettivo Calciatori Comunisti per Mosca(rdelli), uscita in semifinale, senza giocare mai una partita al completo. Tutta gente impegnata quella del CCCPMoscardelli e nonostante due organizzatori tra le sue file, quali Donato (come giocatore) e Pier Paolo (in veste di allenatore), per spirito di classe e di resistenza, ci dicono, non ha mai voluto favori o clemenza. Gente scherzosa al torneo, tutto qui.
Ma cos’ha di particolare questo torneo? In tutto ciò non abbiamo riportato lo scopo e la funzione della quota d’iscrizione all’Europaesana. Da tre anni, gli organizzatori del torneo devolvono, senza farne mistero ai partecipanti, gran parte dell’incasso in azioni di solidarietà. Il primo anno coincise con una donazione per i terremotati in Emilia Romagna; il secondo anno la donazione venne diretta ad Emergency; mentre il terzo anno si è deciso di investire sul territorio. Considerato l’impegno nel sociale dei diversi ragazzi che stanno dietro il torneo, l’edizione Moscardelli Football Championship si è posta come un tassello di un progetto più ampio, rendendo il calcio un veicolo per migliorare i servizi a Serrastretta. Infatti, parte del ricavato, quello risparmiato dall’acquisto di coppe e medaglie, viene investito per la costruzione di un centro sociale nel paese lametino. Mentre il Comune ha concesso una sala da dedicare alle attività sociali, i ragazzi hanno la necessità di riempire con dei contenuti questo spazio, così, il centro sociale rientra in un’ottica di occupazione degli spazi dediti alla cultura e allo svago. Qualcosa di insolito da queste parti, soprattutto quando si parla di calcio. Tornei amatoriali e società sportive che non investono sul territorio e non nascono con lo scopo di intervenire aldilà del terreno di gioco, preoccupandosi appena di pulire gli spogliatoi a volte, o dove si osservano minuti di silenzio per la morte di un boss mafioso, o dove gli scontri e la violenza dilaga nei campi di calcio e di calcetto, accompagnati da una buona dose di razzismo. Troppo spesso siamo abituati a questi copioni e raramente il calcio si interessa del territorio in cui partecipa, in quanto chi lo gestisce non ha cognizione di questa partecipazione, anche quando l’investimento è (soprattutto) comunale. Invece, come in un’isola felice, a Serrastretta il calcio non è altro che una scusa per vivere maggiormente il proprio paese, con amici e conoscenti, e il senso di partecipare tutti alla vita di una comunità.
Le reazioni e le domande conclusive al torneo.
D. Ma chi ha vinto?
R. I Colchoneros.
D. E quelli con la maglia rossa che entrano con la bandiera rossa, che sono tanto simpatici, con il forestiero? R. Sono usciti in semifinale, ma tifavamo tutti per loro.
Inutile dire che la squadra di cruc
E infine: ma Moscardelli è mai giunto a Serrastretta? Purtroppo l’Europaesana non ha fatto i conti con i Mondiali in Brasile, seppur li proiettava; ma bomber Moscardelli era tra il pubblico brasiliano a tifare Italia; ma seppure osservava il mainstream calcistico, quello del buisiness, quello che segna la divisione tra padrone e tutti, con l’uso di twitter seguiva il calcio di periferia, quel calcio impegnato a far ridere e a lasciare qualcosa ad una comunità, piccola, come quella di un paese.
Note
[1] Serrastretta è considerato il paese delle sedie, per via di un’antica produzione e arte.
[2] In “Il re calcio”, tratto da “La partita di pallone. Storie di calcio”, pp.34-35 edizione Sellerio.