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Un ricordo triste ma bello. Tributo ad Ingrao di Franco Cortese

franco cortese

di Franco Cortese

È morto il compagno Pietro Ingrao, storico dirigente del PC, uno dei padri insigni della Costituzione, Presidente della Camera durante la Presidenza dello Stato di Sandro Pertini. Personaggi difficilmente “ripetibili” che hanno avuto un ruolo straordinario nella lunga lotta antifascista per la riconquista della democrazia e nella difficile opera di costruzione di una società degli “eguali” per l’affermazione della pace, del lavoro, dell’emancipazione della classe operaia. Una lunga vita quella del compagno Ingrao dedicata alla conquista dei valori suddetti, in una visione comunista (Marxista-Leninista) di una società divisa in classi con profonde ingiustizie sociali offensive della dignità e del decoro umano. Mirava in alto il compagno Ingrao, e gli si attribuì l’ambizione di “volere la luna”; un intreccio tra utopia e realtà che non gli risparmiò a volte prese di posizione difficili e contraddittorie perché assunte al di fuori di tutti i conformismi. La sua scelta, quella comunista, non poté essere esente da esaltazione e realismo all’interno di una esperienza esaltante ma anche dura e drammatica quale fu quella comunista. Fu poeta, letterato, partecipe Neorealista per lunghi anni direttore de “L’Unità”, l’organo del Partito Comunista, come per lungo tempo è stato al servizio della classe operaia e della democrazia. Noi calabresi lo ricordiamo per l’affetto che ebbe per questa nostra terra che lo accolse, protesse e sottratto alla spietata caccia che gli portavano i nazifascisti. Anche per queste ragioni fu capolista per la circoscrizione calabrese alle politiche del 1972, occasione per tante compagne e compagni di conoscerlo meglio e di apprezzarne i tratti di socialità e di umanità che ne hanno connotata l’intera sua esistenza.

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