All’indomani del suo disarcionamento dalla guida del comune di Cassano Jonio, i socialisti paolani tributarono al sindaco Gianni Papasso il loro attestato di solidarietà. Era il novembre dello scorso anno e, mentre a Paola ancora si vociferava la possibilità di mandare a casa Basilio Ferrari (ipotesi che a tutt’oggi, nonostante venga continuamente mugugnata da consiglieri di maggioranza comunque “allineabili”, pare aver perso ogni suo più ragionevole fondamento), sulla sponda opposta della regione si gettarono le basi per un tourbillon che successivamente colpì anche Mario Occhiuto a Cosenza. Passati i “tempi tecnici” per indire nuove elezioni e restituire al popolo la sovranità che era stata sospesa dalle azioni dei rappresentanti consiliari, in entrambi questi centri rimasti senza nocchiero, i sindaci spodestati sono stati rieletti. È successo per Occhiuto e, soprattutto, per Papasso. Considerata la vicinanza esperienziale che ha portato i socialisti paolani ad esprimere la loro vicinanza all’amministratore cassanese, “tradito” dalle dimissioni di un nugolo di consiglieri, è parso opportuno chiedere a Roberto Perrotta (ex sindaco paolano che, quasi un decennio fa, subì lo stesso trattamento e riuscì a tornare subito in sella al Sant’Agostino) cosa pensasse di questa situazione.
Ripartendo dalla considerazione espressa all’indomani della sfiducia cassanese, quando i socialisti stigmatizzarono la sospensione del «bellissimo viaggio di rinascita culturale e sociale iniziato con il Sindaco Papasso», l’ex primo cittadino paolano ha inteso cristallizzare un concetto che potrebbe suonare come un monito da prendere in considerazione persino da queste parti. «Anche a Cassano i traditori sono stati puniti – ha sentenziato Roberto Perrotta – perché quando non si riesce a capire che il conseguimento di un interesse generale è prioritario rispetto alle ambizioni personali, questo è il risultato. Sono felice ed emozionato per il compagno Gianni Papasso, anche perché mi sono rivisto nella sua storia. Avendolo conosciuto non avevo dubbi, anche per gli ottimi risultati già raggiunti, che i cassanesi non gli avrebbero fatto mancare il proprio appoggio. La grande Sibari, terra di cultura millenaria, merita una guida forte, sicura ed autorevole, proprio come quella di Gianni Papasso che accompagna queste qualità con la caratteristica più importante che un sindaco deve avere: la passione e l’amore per la propria città; che deve portare ogni primo cittadino a buttare il cuore oltre l’ostacolo»
“Passione” e “Amore”, due concetti chiave per chiunque intenda misurarsi col gradimento popolare, sentimenti che a Paola il popolo sembrerebbe aver ricominciato ad invocare per la necessità di tornare a credere in un risanamento che ancora stenta a palesarsi come realtà tangibile.