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Basilio Ferrari può legittimamente tirare un sospiro di sollievo. Malgrado l’assenza certificata della “sua” maggioranza, grazie alla contemporanea presenza consiliare di Maria Antonietta Maiorano, Mario Crocicchio e Graziano Di Natale, i numeri sono stati tali che è bastata la votazione della sola ala destra dell’aula “Lo Giudice”, per approvare i punti all’ordine del giorno da discutere ieri.
A questo punto per l’amministrazione uscente le cose si mettono davvero bene. Innanzitutto per quegli assessori che dal primo giorno siedono e collaborano al fianco del primo cittadino, perché tanto Paolo Siciliano, quanto Dario Gaetano e Francesco Sbano, potranno concludere l’iter che li porterà di diritto ad incasellare l’esperienza amministrativa pubblica nel proprio curriculum, consentendogli il fregio di un riconoscimento che avrà sicura valenza nei concorsi pubblici ai quali – eventualmente – si dovessero trovare a partecipare.
Secondariamente, con l’approvazione degli importantissimi argomenti contabili, il sindaco uscente in cerca di conferma, avrà a disposizione un’arma formidabile per controbattere nei comizi a tutti i suoi avversari e – in attesa del confronto che avverrà tra tre giorni – potrà dirsi soddisfatto di aver abbassato (seppur in maniera “leggera”) le tasse.
Grazie alla presenza fisica di un consigliere che il radar consiliare ha rilevato a sprazzi per tutto l’arco quinquennale di questa esperienza amministrativa, di un capogruppo minoritario spesso messo all’indice da tutti i suoi dirimpettai della maggioranza, e della consigliere che per prima ha abbandonato i banchi della maggioranza, la governance gestita da Basilio Ferrari potrà concludere il suo mandato senza alcun intoppo, potendosi presentare a testa alta dinnanzi all’elettorato.
Crocicchio, Maiorano e Di Natale, coi primi due che null’hanno a pretendere dalle urne, sono stati i “fautori” del miracolo che ha restituito linfa vitale ad una coalizione che ultimamente stava registrando qualche difficoltà negli equilibri interni con cui presentarsi alla cittadinanza. In particolare, ciò che ha destato sorpresa e perplessità, è stato proprio il comportamento del portacolori democratico che, in controtendenza rispetto a tutti i componenti della coalizione di salute pubblica in appoggio a Roberto Perrotta, ha preferito mandare alle stelle un calcio di rigore offerto su un piatto d’argento al 90° minuto di una finale mondiale. Perché se a Ferrari fosse mancato il numero legale, considerando l’argomento da trattare, è indubbio che sarebbe stato necessario l’intervento prefettizio con buona pace di tutte le speranze amministrative del centrodestra.
Invece, con questa triplice presenza, l’entourage che ha gestito la quotidianità paolana nell’ultimo lustro, potrà continuare nelle azioni sin qui intraprese, prospettando il futuro contabile che anche un sindaco diverso dovrà comunque portare a compimento.
Stanti così le cose, l’unica certezza scaturita dal consiglio comunale di ieri, riguarda la permanenza in carica di Graziano Di Natale, che fino al 2019 sarà consigliere provinciale, posizione dalla quale – probabilmente – spera di poter ambire a scranni più prestigiosi rispetto a quello comunale che, da ieri, sembra proprio andargli stretto.
Per la cronaca, l’adunata convocata dalla presidente del consiglio, s’è esaurita in una manciata di minuti perché, dopo aver messo a votazione un cambio di programma (ed esserselo visto approvato) la presidente Emira Ciodaro ha proseguito spedita lungo un percorso che ha escluso (legittimamente) la possibilità che i tre consiglieri dell’opposizione “supportante” potessero parlare.
Adesso si attendono le reazioni di tutto il resto della politica in lizza, con Giovanni Abruzzo e Marco Focetola che – consequenzialmente al loro ruolo – non si sono presentati alla discussione per far mancare il numero legale, dimostrando coi fatti un atteggiamento di non condivisione che Di Natale, Maiorano e Crocicchio hanno invece palesato.
Tutto il resto è silenzio.
