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Paola – Nel Giorno della Memoria la Storia porta a Ferramonti – VIDEO

Nel video che segue è documentata una gita scolastica.

Un viaggio d’istruzione laddove la distruzione è stata l’andazzo dominante.

Perché nonostante nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (CS) non ci siano stati gli orrori di Auschwitz, il vento annientatore della Shoah ha battuto comunque sulle baracche, entrando col suo gelido terrore nei cuori di ogni internato.

Dinnanzi alla realizzazione generata dall’assenza di spirito, difronte a quelle camerate un tempo sicuramente più buie e insalubri, lo sguardo innocente di ragazzi in età scolare è stato lo specchio più fedele per ricevere l’immagine dello stupore misto al rifiuto, verso tutto ciò che è stato negazione dell’umanità.

Nella provincia di Cosenza, la traccia di quello che fu il campo più grande del Mezzogiorno d’Italia, dove una stragrande maggioranza di ebrei venne circoscritta insieme ad ogni sorta di elemento sgradito al regime, rappresenta il solco più prossimo che la seconda guerra mondiale ha scavato alle nostre latitudini.

Malgrado i bombardamenti, nonostante i passaggi di truppe, a sud di Napoli il ricordo dell’orrore più spietato del ‘900 è passato insieme all’antisemitismo, lasciando di sé un graffio più tenue che in altre parti del mondo.

Merito di una popolazione meno disciplinata ai metodi di un regime passato alla storia come “il male assoluto”.

A Ferramonti di Tarsia, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Francesco Bruno” di Paola, hanno potuto vivere sulla propria pelle le sensazioni provate da loro coetanei, vissuti però qualche generazione addietro. Hanno potuto sentire il brivido di una camerata ostile, si sono mossi in spazi un tempo percorsi dalla tristezza, hanno toccato con mano la ruvidità di una branda da campo. Sono entrati nella Storia ed hanno aperto gli occhi su uno squarcio con cui tutti, prima o poi, si trovano a fare i conti. Hanno appreso come, una volta internati, i “prigionieri” venivano privati della loro libertà.

Si sono calati in una realtà diversa ma reale, esistita per davvero, che solo per una interpretazione alternativa rispetto al codice ordinario, non si è tramutata in un’occasione di sterminio.

Ferramonti di Tarsia è stata una delle variazioni più tenui dei passaggi per giungere alla “soluzione finale”, è il segno di un trauma meno evidente, tuttavia presente.

Per questo l’amministrazione comunale, nell’azione esecutiva dell’assessore Marianna Saragò ed in quella organizzativa di Emanuele Carnevale, ha invitato le scuole a prendere parte all’iniziativa. Perché “la Memoria” si esercita sin da piccoli, ed un cittadino consapevole della storia (soprattutto quella del suo territorio) è il risultato positivo di una società.

La gita scolastica al campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia è stata un momento, un fermo immagine rimesso in movimento dalla bravura degli operatori che gestiscono la struttura, dai volontari dell’associazione che si occupano dell’accoglienza e delle visite guidate, agli artisti che nei quadri, nelle sculture, nelle videoinstallazioni e nelle rappresentazioni teatrali, si profondono costantemente in uno sforzo che vale un’identità.

Segue un filmato che tenta di rendere tangibile un’esperienza che sarebbe opportuno fare di persona.

Un particolare ringraziamento va agli attori della compagnia teatrale “Maschera e Volto” di Mendicino.

Buona Visione

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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