Oggi a Paola si è tenuto Consiglio Comunale, il ché – già di per sé – è una notizia.
Ancora più eclatante è il fatto che in aula si sia discusso, con consiglieri che hanno preso la parola da ambo le parti.
Malgrado qualche uscita a sproposito, dettata più che altro dall’incontinenza verbale di chi fino ad oggi non ha mai parlato a microfono acceso, il dibattito si è svolto secondo il consueto canovaccio che ha preso ad intrecciarsi da quando “nuova era” e “tradizione incarnita” sono entrate in distonia (cioè dalla prima assise).
A ben guardare però, siccome tra le altre cose si è discusso anche di un aumento Tari da 62 euro, di motivi per stare reciprocamente in guardia, le parti continuano ad averne, anche se qualcosa – nella rotta amministrativa – sembra essere cambiata.
Infatti, nonostante il punto sia passato a maggioranza, si è registrato qualche distinguo nell’opposizione che in alcune componenti si è astenuta, quasi a voler lasciare in acqua un salvagente nel caso in cui la nave della controparte dovesse subire falle nello scafo.
Non è infatti da escludersi che gli scogli spuntati lungo la rotta scelta dai nuovi timonieri del Sant’Agostino, possano presto costituire una barriera capace di squarciare la chiglia della maggioranza, tra le cui fila ci sono anche i “dinataliani” della Migliore Calabria che, in più di un’occasione, stanno esprimendo intenzioni contrarie a quelle del loro mentore, su questioni nevralgiche come l’alta velocità ferroviaria (tornata a farsi sentire anche oggi tra le mura dell’aula “Lo Giudice”).
Non è un mistero il fatto che l’ex consigliere regionale Graziano Di Natale sia spudoratamente a favore del raddoppio del tunnel Santomarco e delle annesse “migliorie” promesse da RFI, che a suo parere consentiranno di collegare «Paola a Cosenza in quattro minuti», eppure i “suoi” consiglieri continuano a prodursi in dichiarazioni e votazioni nettamente contrarie a questa visione.
Di per sé la questione potrebbe sembrare un bellissimo esercizio democratico e politico, con gli alfieri della MC capaci di autodeterminarsi a prescindere da colui che ne ha tracciato il percorso elettorale, però nello specifico – se si tengono presenti gli interventi, e soprattutto le scuse, della consigliera Marilena Focetola di Orizzonte Paola (gruppo Logatto, Serpa e Marzullo) – viene da chiedersi fino a che punto potranno spingersi, perché di sicuro l’avvocato del PD non ci starà a farsi sbeffeggiare ancora dalle forze interne alla stessa coalizione che ha contribuito a far vincere.
Come in altre circostanze, a far la voce grossa sono stati i consiglieri più esperti, che stanno praticamente tutti da una parte sola (la minoranza), i quali continuano a non perdere l’occasione per bacchettare l’ormai soporifera ingenuità dei colleghi, i quali non riescono proprio a moderarsi nel lessico, arrivando a definire «lacrime e sangue» (espressione infelicemente ripresa anche poi dal sindaco Politano), la manovra condotta sul fronte delle imposte sulla spazzatura.
E quando arriverà la batosta dell’acqua che cosa si dirà: “morte e distruzione”?
È vero, 62 euro sono davvero un conto salato, ma non certo tale da meritare una tale definizione.
Piuttosto, “lacrime e sangue” potrebbe essere calibrata sul redigendo Bilancio di previsione (perché il “consuntivo” è stato già bell’e approvato in giunta, e non si sa come mai non sia ancora arrivato in Consiglio Comunale), dal quale diversi padri di famiglia potrebbero rendersi conto del “trattamento” che sarà riservato a tutto ciò che riguarda i lavori che orbitano attorno al Comune, oppure la si potrebbe conservare in attesa dell’autunno che sta configurandosi a causa delle sicure crisi sul fronte energetico, economico, sanitario e anche militare (dato che tutto riconduce alla guerra in Ucraina e all’emergenza virale).
Ma adoperarla oggi, per dare l’impressione di patirla oltre ogni immaginazione, pare proprio esagerato.
Semmai la si poteva chiamare manovra “scartafruscio”, perché nonostante Paola sia un “Comune Riciclone”, sta vedendosi aumentare la tassa sui rifiuti per il conferimento in discarica (tra l’altro parametrato per una raccolta della frazione indifferenziata di circa un terzo superiore rispetto alla realtà cittadina).
D’altronde la “primera” va sempre in capo al popolo.