città con il nome di donna

Paola – Tasse al massimo, lavoro al minimo. Competitività perduta

A voler dar ascolto a commercianti ed artigiani riuniti sotto l’egida dell’Unipro, Paola è una città che non suscita interesse. Una località che s’appresta a vivere il culmine dei festeggiamenti per il VI Centenario dalla nascita del suo Patrono che, a quanto pare, paleserebbe uno stato di salute precario (per non dire “pessimo”). Storicamente distanti dal clamore mediatico della politica, i titolari delle attività che continuano a tenere acceso un barlume di interesse alternativo a quello scaturito dalla fede religiosa, sono nuovamente intervenuti per denunciare la viscosità di una palude nella quale stanno annacquandosi – oltre alle favole di una “Paola sempre più bella” – gli istinti di sopravvivenza di molti cittadini. «Nel giro di tre anni – hanno detto i rappresentanti dell’Unipro – il canone per il servizio di raccolta dei rifiuti è aumentato tre volte. Se all’inizio la cosa poteva essere spiegata con il dissesto, oggigiorno non se ne comprendono le ragioni, soprattutto alla luce del fatto che la raccolta differenziata è ormai attestata attorno ad una percentuale incoraggiante ed il sindaco, quando la presentò in conferenza stampa, disse che il suo avvento avrebbe costituito un alleggerimento notevole sulla bolletta. Invece, a quanto pare, si va nella direzione opposta e se si spalma la percentuale d’aumento sul personale da inglobare attraverso nuove cooperative, verrebbe fuori una cifra per la quale, agli operai in affiancamento, dovrebbe essere garantito uno stipendio di quasi 3mila euro al mese. Siccome siamo avvezzi a partecipare alle migliorie, ci domandiamo che fine facciano i contributi che dovrebbero scaturire dalla raccolta degli imballaggi, somme che potrebbero essere stornate dalle bollette e che invece non costituiscono nessun sollievo alla pressione fiscale. Poi, visto che alle nostre domande (benché presentate da un consigliere di minoranza, ndr) non è stata data la possibilità d’esser poste in consiglio comunale, ci chiediamo come mai prosegua la pratica degli affidamenti diretti per servizi al di sotto dei 40mila euro, con determine che intasano l’albo pretorio in egual misura a quelle per gli incarichi ad una miriade di avvocati che, in teoria, non dovrebbero mancare tra consiglieri ed assessori. Rinunciare a qualche indennità di carica, potrebbe essere d’esempio per i cittadini stremati dalle tasse, darebbe misura di una volontà che invece pare mancare se si considera che, per la sola manutenzione degli automezzi, si spendono 210mila euro all’anno. Con le tasse comunali alle stelle e quelle nazionali non da meno, con gli affitti che salgono quasi mensilmente e la crisi generalizzata, è incredibile che si perseveri a considerare Paola come una città competitiva. Ora, con l’ennesimo rincaro delle tasse, le famiglie avranno una mazzata, noi stessi saremo messi alle strette e di investimenti che potrebbero giungere da persone non del posto non v’è traccia. Il sindaco, rispondendo alle nostre precedenti rimostranze, ha detto che “laddove non c’è qualità e buon prezzo la gente non va”, ebbene, la situazione attuale di Paola, intesa come centro urbano, è proprio questa. È una città senza attrattive da proporre e isolata dal contesto. È una città che noi vorremmo veder rinascere attraverso il lavoro e che invece, in queste condizioni, sta semplicemente morendo».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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