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Piero Lamberti rompe gli indugi e, con un pensiero pubblicato su internet, irrompe nella campagna elettorale paolana.
Con gli avversari concentrati a valutare il da farsi dopo il recentissimo appuntamento con le urne provinciali, il portacolori della frangia riformatrice della sinistra appaiata alla candidatura di Pino Falbo, ha inteso cristallizzare la metodologia comunicativa con cui – la coalizione di cui è parte – intende presentarsi all’attenzione dell’elettorato.
«Credo che sia arrivato il tempo di fare sapere che vi è un gruppo di persone decise – ha vergato colui che fu vicesindaco nell’amministrazione precedente all’attuale – che non sparge odio, ma che vuole impegnarsi per dare la speranza di una grande ripresa per la città di Paola! Un gruppo di persone e liste diverse unite tutte in un Progetto Democratico che sarà pacato ma che diventerà un combattente per le proprie idee».
Una dichiarazione che probabilmente funge da premessa ad un imminente appuntamento con la piazza che, tutto il gruppo di cui è composto il pentapartito alle spalle del candidato alla fascia tricolore, ha già fatto circolare tra le schiere di supporters dati in discreto numero anche in termini di partecipazione alla costruzione delle liste. Una dichiarazione che va a spezzare il trend che sembra essersi insediato tra altri contendenti alla fascia tricolore, con l’attuale sindaco Basilio Ferrari ed il suo predecessore Roberto Perrotta che non stanno mandandosele a dire in maniera pacata.
Proprio a loro è probabilmente indirizzato il richiamo allo spargimento d’odio che Lamberti ha nominato nel suo intervento, anche se – a dire il vero – pare più calzante alla strategia comunicativa del rappresentante di centrodestra. Perché l’attuale sindaco di Paola appare molto concentrato alla demolizione sistematica della figura del suo competitor più accreditato e, nelle ultime sortite a mezzo stampa, ha lasciato intravedere un comportamento che sembra non lesinare nessun tipo di attacco funzionale a sminuirne la carica crescente.
Forse troppo concentrato a questa disfida, Ferrari rischia seriamente di prendere sottogamba la possibilità di un sorpasso anche da parte dell’altro centrosinistra, quello che – pacatamente e sobriamente (similmente al Veltroni della scesa in campo ai tempi del primo Pd) – in realtà nasconde un’essenza battagliera.
Nel frattempo, anche altri candidati danno l’impressione di guadagnare quota, lasciando intendere che sarà una campagna elettorale infuocata.
