180mila €

Paola – In consiglio c’è chi non voterà il debito fuori bilancio del lungomare

Malgrado qualche malumore palesato ad inizio seduta, il consiglio comunale di venerdì è stato molto esaustivo per ognuno dei punti affrontati all’ordine del giorno (invertito su richiesta del consigliere Aloia).

Partendo dalla discussione sull’istituzione della De.Co. (denominazione comunale), l’aula ha affrontato in scioltezza anche l’istituzione della commissione “Mare Pulito”.

La tematica che ha necessitato tempistiche maggiori di discussione, con interventi di ogni gruppo consiliare – ad esclusione dei “ferrariani”, il cui unico esponente ha lasciato l’assise anzitempo – è stata però il lungomare.

Ad aprire le danze è stato l’assessore Emilio Mantuano che ha reso evidenti le ragioni per cui l’infrastruttura continua a languire in uno stato che è l’esatto opposto di quello presentato dall’ex sindaco nel corso di una conferenza stampa dell’anno scorso.

Mettendo in parallelo una serie di anomalie, l’ingegnere con delega ai lavori pubblici le ha fatte cadere come un domino, giunto infine alla dimostrazione della creazione di un debito fuori bilancio.

Enfatizzando la stranezza inerente l’intervallo temporale intercorso tra l’inizio dei lavori da parte della ditta e l’effettiva firma del contratto (4 mesi non consoni ai crismi di legge) l’assessore  ha poi fatto rilevare come in un sol colpo si siano persi circa 300 posti auto.

Nello stesso mese  in cui l’impresa ratificava i propri impegni (aprile di quest’anno), l’ex segretario Falcone ha comunicato all’allora responsabile Utc, ingegner Fabio Pavone (oggigiorno stabilizzato nella pianta organica dell’ente con stipendio e contratto da categoria D1), che la disponibilità di cassa era di poco superiore ai 98mila euro (a fronte dei 300mila necessari, evaporati insieme all’asta per la dismissione della scuola di Casalinelle).

A maggio l’architetta Angela Maria Marcelli (direttrice dei lavori già liquidata per le sue mansioni) ha presentato perizia di variante con un aumento del costo dei lavori di circa 50mila euro (+18%) malgrado fosse stato ratificato un “restringimento” dell’area interessata dall’intervento (occorrenza sulla quale il consigliere Grupillo ha poi ironizzato: «Perché pagare di più per un’opera rimpicciolita?»).

A giugno, dopo le elezioni, l’impresa considerava completati i lavori, di cui aveva consegnato una prima metà (inaugurata in fretta e furia dallo stato maggiore della passata amministrazione).

«Non è intenzione di questa amministrazione distruggere ciò che è stato fatto – ha detto Mantuano – ma bisognerà intervenire per rendere più confacente l’infrastruttura alla cittadinanza e agli operatori. Tra le somme liquidate a ditta e direzione dei lavori, s’è arrivati a 60mila euro (ne mancano 240mila per concludere, ndr)».

Ancor più dura la disamina dell’assessore al bilancio, il vicesindaco Antonio Cassano, che parlando delle mutazioni avvenute in seno alle forme di finanziamento inserite negli atti, ha sottolineato il riferimento agli importi di oneri di concessione  che, su un totale di 173mila euro da riscuotere, ne perdevano in partenza circa 70mila perché afferenti a tempi antecedenti il 2011.

Come mai puntare su oneri che forse sarebbero dovuti servire all’Organo Straordinario di Liquidazione (Osl) istituito dopo la ratifica del dissesto “ferrariano”?

Secondo quanto riferito dal presidente dell’Osl, questo tipo di “residui attivi” a loro non sarebbero mai stati attivati.

Quindi, per enfatizzare certe leggerezze compiute sul fronte delle concessioni, Cassano ha puntato l’attenzione sulla gestione del patrimonio comunale, mettendo in parallelo situazioni per le quali ultimamente una certa opposizione ha invocato la “vergogna”.

«Ho trovato che il consiglio comunale del 2011 aveva deciso di dare in comodato gratuito delle terre – ha detto Cassano – e non sta a me giudicare perché sia stata firmata questa convenzione che, all’art.9, chiariva che il concessionario (il comune di Paola, ndr) poteva modificarla (con una ditta riferibile a Gustavo Pizzini, ndr) con un anno di preavviso che non è stato rispettato».

Tempo che Ferrari, nonostante i cinque anni di amministrazione, non è riuscito a trovare, così come non ha trovato quello per recuperare 370mila euro di oneri di concessione andati in prescrizione.

«Quando mi è pervenuta l’istanza della ditta di Gustavo Pizzini, mi sono preoccupato se potevo in qualche modo concedere un ulteriore termine (non di dilazione dei 20 anni fissati dal consiglio, ndr) e per recuperare i cinque anni necessari all’esecuzione dell’opera sono andato a leggere altre carte, scoprendo che alla data dell’8 maggio di quest’anno, con un atto di giunta e non di consiglio, è stato concesso in locazione un quoziente di terreno alla ditta D’Ambrosio Francesca, contratto stipulato “in proprio” con una persona fisica. Quindi io mi dovrei vergognare per aver rimesso nei termini una ditta per eseguire delle opere per cinque anni, mentre qualcun altro non si è preoccupato che probabilmente la signora D’Ambrosio, alla firma dell’atto, non era ancora un’impresa».

Su questo concetto anche il consigliere Giuseppe D’Andrea ha rincarato la dose, facendo notare che nelle carte relative a questa recente concessione, un “ettaro” è stato considerato erroneamente, perché anziché riferirlo a 10mila metri quadrati, è stato calcolato come se ne valesse solo mille.

Pertanto i 26 ettari concessi da Ferrari sul finire della sua gestione, si riferiscono a 260mila metri quadrati di territorio, vale a dire un’altra “montagna”.

Anomalia che, a parere di D’Andrea, «dovrebbe essere valutata anche in altre sedi».

Lapidario il consigliere Sorace che, riprendendo il filo relativo al lungomare, ha parlato di «340mila euro della vergogna», rimarcando – così come hanno fatto anche D’Andrea e Grupillo – che lui non voterà mai a favore del riconoscimento di quello che ormai è palesemente un debito fuori bilancio dell’amministrazione Ferrari.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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