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In seguito alle misurazioni effettuate su alcuni siti appartenenti all’area territoriale di Paola, la Procura della Repubblica ha segnalato alcune anomalie riscontrate nelle zone di Riverano (sulla Crocetta e quindi in montagna) e di Pagnotta (prospicente lo specchio d’acqua a nord del lungomare “San Francesco”, quindi sulla spiaggia).
Messa in questi termini si potrebbe ben dire che la città del Santo è stretta in una morsa preoccupante.
Descrivendo il fenomeno a partire da quello che è l’aspetto “meno peggiore”, si dovrebbe partire dai monti. Perché a Riverano, località incastonata tra le vette della Crocetta dove un tempo – con tutte le autorizzazioni concesse dalla consapevolezza dell’epoca – lo sversamento dei rifiuti solidi urbani era una prassi consolidata, sono stati registrati alcuni valori “anomali” relativamente alla presenza del solo Manganese. Gli esperti dell’Arpacal, come hanno fatto notare nella loro relazione, hanno descritto la situazione in questi termini: «Nel campione di acqua analizzato è stata riscontrata una concentrazione di Manganese; superiore ai limiti riportati nel D. Lgs. 152/06 ( Tab. 2, All. 5, Parte IV – concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee)». Specificando che «la concentrazione di Manganese superiore ai limiti è molto frequente nelle falde sotterranee e potrebbe avere origine naturale». Un dato “tranquillizzante” che, se lo si volesse definire ulteriormente, potrebbe essere implementato con un’operazione di carotaggio del terreno posto a copertura di ciò che è presente nel sottosuolo.
Per quanto concerne il mare, invece, arrivano le dolenti note; perché gli esiti delle analisi effettuate dall’Arpacal hanno evidenziato il superamento della concentrazione soglia di contaminazione (CSC), nel campione di suolo prelevato il 06.11.14 in località Pagnotta, per quanto riguarda il Cobalto e il Vanadio. Il primo potenzialmente radioattivo, il secondo utilizzato in metallurgia, per la produzione di leghe.
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