Se l’impianto è nel pallone (di Francesco Frangella)

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Dalla tematica affrontata per basare la narrazione è facilmente intuibile il piglio con il quale Claudio Metallo, autore del libro e redattore della testata www.marsilinotizie.it, riesce a dimostrare l’attualità del suo passo con i tempi.

“Costa del Rei F.C. – Football Clan” è senz’altro un’opera che si pone come una zeppa all’interno degli ingranaggi contorti che movimentano i guadagni, gli investimenti e il malaffare che si celano dietro l’apparente salutare mondo del calcio. L’attività fisica prediletta da molti cittadini (e per questo “elettori”) occidentali è sviscerata nelle sue parti costituenti, sminuzzata con l’ausilio di una forma narrativa delicata come un bisturi: il racconto. Che sia frutto della fantasia dell’autore è palese sin dal titolo, ma sarebbe un errore considerarlo un prodotto “inventato” perché la struttura che ne sorregge la trama è reale, come d’altronde dimostrano varie inchieste giudiziarie (alcune delle quali in corso attualmente). Altro punto da tenere presente riguarda il contesto: “il Costa del Rei è un piccolo club calcistico che milita in una serie minore. Un gruppo di criminali macedoni emigrati che fa capo a Grigor Lukanov, ha fatto fortuna nella zona di origine della squadra e decidono di acquistarla e di portarla in Coppa dei Campioni, attuale Champion’s League. Scelgono un prestanome e cominciano a costruire un Dream Team allenato da un vecchio allenatore italo-brasiliano ed un coach slavo”; con un’ambientazione del genere il pensiero potrebbe correre a ripararsi verso una geografia lontana dalla nostra terra, facendo pensare che questa è un’attitudine dei levantini o dei furbi contrabbandieri. Anche questo sarebbe un errore d’ingenuità. Perché anche qui da noi esistono squadre nate e cresciute per il pubblico ludibrio (e i guadagni) della Camorra, della ‘Ndrangheta, della Mafia e dei prestanome milanesi.

Di exploit simili a quello che Claudio Metallo descrive, l’attualità è tristemente piena. La lettura di questo libro potrebbe quindi aiutare a comprendere perché sarebbe il caso di non andare a rischiare il petto in una manifestazione di ULTRAS, di non aprire il portafogli ad ogni reclame delle TV a pagamento che gestiscono i diritti d’immagine delle manifestazioni sportive, o semplicemente per non litigare al bar con persone appartenenti alla categoria “popolo” che hanno fedi sportive diverse dalla propria.

Quel “popolo” che poi diventa “elettorato” e che spesso, attraverso scelte miopi, legalizza con il voto iniziative criminali permettendo ai criminali assumere il potere in maniera “democratica”.

 

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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