lavoratori costretti

Paola – Lavoratori costretti a far pipì nelle bottiglie

Da qualunque punto lo si osservi, l’ospedale “San Francesco” di Paola appare condizionato da una miriade di problemi. Strutturali o organizzativi che siano, questi accidenti sono sopportabili soltanto grazie alla solerzia e alla buona volontà del personale che, indipendentemente dai ruoli operativi, lavora all’interno del nosocomio. Persone caratterizzate dal desiderio di “conservare” la fiducia necessaria ad andare avanti, anche quando questa è messa a dura prova dagli sgambetti gestionali.

Se fossero più vicini al “livello base”, contraddistinto dal corpo a corpo tra i servizi e l’utenza, molti manager capirebbero che le cose non vanno bene. Ma sono lontani, dunque prendono atto delle situazioni solo quando queste vengono rese pubbliche, gridate a mezzo stampa come fossero delle vergogne inammissibili. Perché è assurdo, nel 2015, dover dar cronaca di situazioni come quella odierna, vissuta costantemente dagli operatori della cooperativa “D.a.L. Parking”, da anni impegnati nella gestione dei parcheggi intorno al nosocomio.

lavoratori costretti
La costruzione adibita ad “ufficio”

Nata come un’iniziativa volta alla creazione di posti di lavoro, la privatizzazione dei posti auto attorno all’ospedale “San Francesco” è stata ormai digerita come un servizio ordinario, addirittura “familiare”, perché è impossibile non socializzare con gli educatissimi ragazzi che prestano la loro opera dinnanzi agli sbarramenti d’ingresso e d’uscita. Eppure, proprio questi lavoratori, da sempre svolgono le loro mansioni in condizioni disumane. Tralasciando la struttura di riferimento all’ingresso del percorso automobilistico (lato pronto soccorso) che si presenta ritinteggiata ma priva dei servizi igienici, la problematica più consistente è quella che quotidianamente vivono i ragazzi che si occupano della sbarra d’uscita, laddove la nicchia in cui è ricavato il loro ufficio presenta caratteristiche ascrivibili soltanto ad una catapecchia. L’assenza del bagno costringe i lavoratori, impossibilitati ad allontanarsi dalla loro postazione, a mortificanti procedure difficili persino da descrivere, perché caratterizzate dall’uso di colli di bottiglia e bicchieri di carta. Senza riscaldamento e condizionatori, i cambi di temperatura determinati dall’alternarsi delle stagioni vengono affrontati con creatività, senza soluzioni durature. Mentre la struttura stessa del piccolo fabbricato presenta crepe e infiltrazioni al limite dell’inagibilità e, quando piove intensamente, non ha le caratteristiche del riparo perché le gocce che colano al suo interno non si contano.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

Check Also

maria pia serranò

Paola – «Siete in linea con il comune» ma non col sindaco

«Siete in linea con il Comune di Paola. Se conoscete l’interno, digitatelo ora, oppure digitare: …

Rispondi