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Situazione Acqua Paola – Spuntano ipotesi “inquietanti”?

Volendola stringare al massimo possibile – visto che comunque s’è protratta per oltre un’ora – la conferenza stampa di Basilio Ferrari, intervenuto “ufficialmente” sulla questione della non potabilità (e ri-potabilità) dell’acqua paolana, si potrebbe definirla come: “una vicenda, due atti d’accusa e un’invocazione”.

Iniziando dalla prima il sindaco ha ricostruito la storia partendo dai fondamentali che avrebbero determinato la sua ordinanza, seguendo un ordine cronologico parallelo a quello risaputo grazie al lavoro della stampa, è giunto sino alle spiegazioni riguardo il ripristino della normalità (“certe zone” a parte).

Uno dei passaggi rimasti velatamente opachi, riguarda l’idea che il sindaco ha in merito dei sistemi di disinfezione dell’acqua pubblica, perché è parso convinto che la clorazione sia l’unica strada per potabilizzarla, mentre invece è solo uno dei sistemi chimici cui sono appaiati anche sistemi fisici (raggi UV).

Nel complesso una storia credibile, raccontata col piglio di un padre di famiglia incapace di pensare – anche solo per un istante – al male dei suoi cari. Motivando i due giorni d’attesa, intercorsi tra la consapevolezza protocollata dei dati “allarmanti” del 25 novembre e l’ordinanza emessa 48 ore più tardi, il sindaco ha specificato che s’è trattato di un ritardo dovuto alla procedura di riscontro della discrepanza con le misurazioni della Sorical. Secondo la versione di Ferrari, la società che sovrintende alle condotte regionali «Manifestava il possesso di analisi addirittura a carica zero. È stata invitata a ripetere le analisi, nel lasso di tempo intercorso a che anche la Sorical ripetesse le analisi, io ho ricevuto le nuove analisi (che hanno determinato l’ordinanza del 27/11, ndr)». Poi però il tiro è stato corretto, ed il primo cittadino ha dichiarato che «Anche oggi potrebbe esistere la possibilità che, in realtà, c’era stata magari una contaminazione dei punti di prelievo e non una vera e propria contaminazione delle vasche»; ventilando la possibilità che “solo” laddove sono stati immersi gli strumenti di misurazione, potessero essere presenti anomalie. Ma datosi che sempre secondo la sua versione: «Le analisi sono state ripetute perché davano dei valori anomali, in entrata, su tutti i serbatoi»; a questo punto si farebbe largo l’ipotesi di una mano dolosa, arrivando a cupi scenari dove non si escluderebbe il “sabotaggio”. Perché è strano pensare che l’acqua potesse essere contaminata – contemporaneamente – solo nei punti di abduzione, talmente impensabile che l’ipotesi è stata scartata in favore di un’interpretazione che continua a basarsi su un disservizio della Sorical.

Dopo questo primo atto d’accusa, Ferrari ha “regolato” i conti con i suoi contestatori politici. Sfoderando un’ordinanza di non potabilità dell’acqua del 2011, accompagnata da una delibera di giunta in cui si sanciva il rimborso fiscale per gli abitanti delle zone malamente servite, il sindaco ha messo in parallelo l’attualità con il passato. Senza rendere noti i valori riscontrati all’epoca, ha spiegato che l’atteggiamento consiliare (benché d’opposizione) mantenuto in occasione di quella decisione della “maggioranza Perrotta”, è stato tale da non aver richiesto interventi “esterni”. Prefettura e Nas non sono stati “scomodati”. Quindi, si deduce, non sono intervenuti. Quindi, perché in occasione della sua ordinanza c’è stato persino il sopralluogo dei Nas? Chi li ha – seguendo lo schema logico del sindaco che esclude a priori la possibilità che siano intervenuti di propria iniziativa – “chiamati”?

«Io non lo so se li hanno chiamati oggi (perché anche ieri mattina il nucleo dei carabinieri è tornato a fare prelievi, ndr), ho letto sui giornali che sono intervenuti i Nas, non so se sono intervenuti spontaneamente o se qualcuno li ha chiamati. Certo che la coincidenza è particolare. Prove certe non ne ho». Quindi, perché sono intervenuti i Nas? «Non lo so, bisognerebbe saperlo ma non lo so. Probabilmente, in quanto “allarmati” dall’altra notizia che circolava (forse riguardante l’innalzamento generale della soglia d’attenzione al terrorismo, ndr). Suppongo che sia compito istituzionale dei Nas verificare se è vero che ci sono sostanze radioattive, venefiche, o se si tratta di una procedura anomala e se tutte le procedure sono state rispettate. Certo è che queste stesse persone che hanno scritto al Prefetto di ordinare la chiusura delle scuole e di prendere provvedimenti, che hanno indetto assemblee pubbliche, sono le stesse che hanno emanato provvedimenti sindacali e delibere di giunta (riferendosi agli atti del 2011, ndr)».

Poi il colpo finale, nel quale spunta un riferimento fiabesco che non suona proprio onorevole nei confronti dei cittadini che hanno preso parte ad incontri pubblici tenuti sulla questione acqua nei giorni scorsi. «Io non mi scandalizzo di quello che è successo all’epoca, mi scandalizzo del comportamento mantenuto oggi, ritengo che sia successo un fatto che era preferibile non succedesse all’epoca, ma è accaduto, il sindaco ne ha preso atto, ha emesso l’ordinanza di non potabilità. Mi chiedo come mai queste stesse persone non urlavano in piazza all’epoca, non hanno chiamato il Tg3, cioè chi all’epoca era capogruppo di maggioranza, chi era assessore, perché non ha chiamato il Tg3 per dirgli che a Paola si verificava qualcosa di assurdo, di paradossale?». Rimarcando il raffronto col 2011, il probabile affondo al consigliere provinciale Graziano Di Natale e l’invocazione della premessa: «O è normale oggi e ieri, oppure c’è qualcosa di strano nei comportamenti mantenuti. Credo che anche gli accertamenti di Nas e Asp dovrebbero estendersi all’intero periodo, perché non sono cambiate le condotte, le abduzioni e le sorgenti sono le stesse. Secondo me quello che avveniva all’epoca avviene pure oggi. Ma è una mia supposizione in base ai dati che ho, se qualcuno ha dei dati diversi, oggi li deve dichiarare. Per quale motivo all’epoca ti sembrava normale che il tuo assessore votasse una delibera di non potabilità e di rimborsi ai cittadini, per quale motivo all’epoca erra assolutamente normale così come lo era per me, che ero consigliere di minoranza e quindi non ho scritto al Prefetto, non sono andato in piazza, non ho preso un megafono per fare il pifferaio magico e far suicidare tutti i ratti in mare».

Chi siano questi sorci, è uno dei dubbi che la conferenza non ha chiarito. Così come quello relativo alla quantità di agenti chimici utilizzati per “abbattere” l’imponente soglia batterica, che aveva determinato l’ordinanza dello scorso 27 Novembre. Situazione acqua Paola, un affare tutt’altro che concluso.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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