fabio pavone

Paola – Fabio Pavone,«questo imbarazzante signore»,rinviato a giudizio

Insieme al nome di Fabio Pavone, nella lista di coloro che verranno messi sotto processo a partire dal prossimo Novembre, ci sono quelli di altri professionisti, tutti legati – secondo quanto disposto dai giudici che hanno ritenuto solidi i capi d’imputazione oggetto dell’indagine – da rapporti finalizzati all’associazione per delinquere.

Nella fattispecie, oggetto dell’attenzione degli inquirenti è stato l’operato che sette professionisti, a questo punto “imputati”, avrebbero messo in atto nelle esperienze lavorative condotte tra Fuscaldo e Longobardi. Nonostante le indagini preliminari si fossero chiuse da oltre due anni, l’iter procedurale che ha condotto a questa determinazione è stato molto lungo – tant’è che per diversi reati contestati sussisterebbe il rischio della prescrizione – tuttavia funzionale a giungere all’incriminazione di un presunto sodalizio composto da tecnici locali rei, a parere dell’accusa, d’aver messo in piedi un ufficio tecnico “parallelo” a quello che gestiva le attività comunali. I sette imputati attenzionati dalla Procura della Repubblica di Paola diretta dal dott. Bruno Giordano (che dovrebbe rappresentare la controparte inquisitrice nell’arco del procedimento deliberato), sarebbero responsabili – oltre che di associazione finalizzata all’ottenimento di benefici personali – anche di “falso ideologico” e, in un caso, della “simulazione di reato”. Alla sbarra dovranno quindi sfilare Fabio Pavone, ingegnere noto a Paola per essere stato “previsto” – nella sua attuale posizione professionale – addirittura nel corso di un concorso di bellezza della scorsa estate, Emilia Amendola e Nicola Porto di Castrolibero, Salvatore Carnevale di Fuscaldo, Giovanni Gaudio di Longobardi, Michele Turco di Grimaldi ed Eugenio Condino di Belvedere. Il collegio difensivo dei sette è stato al momento nominato nelle toghe di Giuseppe Bruno e Francesco Calvelli per quanto concerne Pavone, di Basilio Ferrari per ciò che riguarda Gaudio, di Salvatore Tropea per la Amendola, di Valeria Baffa per la posizione di Porto, di nuovo Calvelli in coppia con Alessandra Fiorino per Carnevale, di Gregorio Barba per Turco e di Giacomo Middea per la difesa di Condino.

Ad esclusione di due soli imputati, l’associazione per delinquere viene contestata a Fabio Pavone, Salvatore Carnevale, Giovanni Gaudio, Michele Turco ed Eugenio Condino. L’ipotesi dell’accusa è che questa “Delta Force” si fosse consorziata al fine di commettere più delitti di abuso d’ufficio e falso, costituendo un sistema per il quale – di concerto – avrebbero redatto progettazioni per la realizzazione di opere edilizie, ampliamenti, sanatorie di opere già esistenti, richieste di agibilità/abitabilità e collaudi, pratiche sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, nel territorio di Longobardi, le cui pratiche sarebbero state firmate da uno o più di essi e/o da Turco e Gaudio, tutte trattate e catalogate presso lo studio privato dell’ing. Salvatore Carnevale (ove di fatto lavoravano, oltre al referente, anche Eugenio Condino e Fabio Pavone), documenti che sarebbero successivamente stati autorizzati e/o comunque trattati dal Carnevale quale responsabile dell’Utc di Longobardi, così costituendo ed organizzando una compagine di persone dirette dal Carnevale al probabile fine programmatico di porre in essere condotte integranti i reati contestati.

Il processo per costoro inizierà il prossimo 9 novembre e, fino a quella data, è molto probabile che – almeno per quanto concerne l’attuale dirigente dell’Utc paolano, Fabio Pavone – possano susseguirsi richieste di sollevamento dall’incarico da parte dell’opposizione intra ed extra consiliare.

Infatti, dopo gli appunti mossi recentemente dai referenti di Paola al Centro e Psi (addirittura precedenti alla formalizzazione dell’impianto accusatorio finalizzato dalla Procura), anche Cambia Paola ha inteso alzare i toni e, con una dichiarazione pubblicata quest’oggi dalla Gazzetta del Sud, ha iniziato a chiedere “la testa” del tecnico il cui impiego – formalizzato definitivamente da poco tempo – aveva già fatto sorgere più di un dubbio tra gli addetti ai lavori.

«Ci chiediamo cosa abbia spinto l’Amministrazione ad affidare a Fabio Pavone le funzioni di coordinatore dell’Utc e di Polizia ambientale (queste ultime poi fortunatamente riaffidate al legittimo titolare, ma solo per motivi organizzativi). Forse il coinvolgimento in inchieste per gravi reati è considerato titolo preferenziale? E come mai per fare l’usciere ti chiedono il certificato dei carichi pendenti mentre per gestire funzioni di Polizia giudiziaria non c’è bisogno? Chiediamo che l’Amministrazione revochi immediatamente tutti gli incarichi residui a questo imbarazzante signore. Oltre tutto, ci disturba che si paghi gli avvocati coi nostri soldi».

Su quest’ultimo appunto, i paolani tengano presente che – qualora la parcella difensiva di Pavone venisse ascritta agli oneri dell’amministrazione – saranno loro a pagargli il percorso giudiziario apertosi con gli incarichi, e i presunti illeciti, eseguiti in altre realtà territoriali.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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