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Paola – Pistolettate in strada, si teme la faida. A Cetraro arresti per spaccio

La recrudescenza della criminalità locale, sul tirreno cosentino, ha iniziato a manifestare i suoi “colpi”. Grazie all’opera dei Militari dell’Arma dei Carabinieri di Paola, coordinati dal Capitano Antonio Villano, è stato possibile scorgere i primi abbozzi di una recidiva malavitosa che, con la decapitazione degli storici clan operanti sulla zona, si riteneva “arrestata”. La cattura di due spacciatori avvenuta in quel di Cetraro, sopresi con circa quattrocento grammi di cocaina in macchina, è la dimostrazione palese che “certe” attività non hanno cessato di proseguire. Perché una quantità tanto ingente di sostanza narcotica non dovrebbe essere nella disponibilità di due “cani sciolti”, perlomeno per quella che è stata la visione emersa spesso in tribunale sullo smercio di droga sulla costa. Carmine Antonuccio e Flavio Graziosi (per errata corrige definito con un cognome diverso), dovranno rispondere dell’accusa riscontrata all’atto del loro arresto, avvenuto in una strada interpoderale che attraversa la contrada Malvitani, sopra la località “San Francesco” di Cetraro. L’operazione, è riuscita grazie ad un’indagine scaturita da sospetti “viaggi” nel lametino effettuati dai due, zona dalla quale provenivano anche quando sono stati catturati (sabato scorso) grazie all’impiego di ben otto gazzelle ed altri mezzi in dotazione all’Arma. Ma se da un lato il fenomeno si presenta nella risposta dello Stato, dall’altro emergono dettagli che inducono inquietudine. Perché le ventiquattr’ore precedenti a questo successo investigativo, per i Carabinieri sono state caratterizzate dalla constatazione di una misteriosa sparatoria, avvenuta in una zona trafficata di Paola e, per di più, in un orario “inusuale” per la criminalità organizzata (nel cuore del pomeriggio di un giorno feriale). L’inquietante episodio si è consumato a Via Nazionale ed ha avuto una dinamica simile alle ricostruzioni di certe “serie-TV”, con sicari che sarebbero giunti all’impazzata a bordo di un fuoristrada dal quale, dopo aver tamponato l’auto del presunto obiettivo dell’azione, avrebbero fatto fuoco seminando il panico tra la gente. Sono infatti molteplici i testimoni ascoltati in Caserma, ognuno importante per capire qual è la versione dei fatti più attendibile, perché la zona è caratterizzata dalla presenza di diverse attività commerciali, ognuna appetibile al racket del “pizzo”. Per questo l’indagine starebbe seguendo il filone relativo ad una ripresa delle attività cui, il processo “Tela del Ragno”, sembrava aver posto la parola “fine”. Anche in questo caso, l’ipotesi dei “cani sciolti” che starebbero approfittando della mancanza di un coordinatore “capoclan”, regge poco. Perché la conduzione di quello che è fortunatamente rimasto soltanto “un attentato”, è stata tale da far ipotizzare l’impegno di “un’organizzazione”, perché con la stessa fulmineità con cui hanno premuto il grilletto, i banditi si sono dileguati invertendo la marcia. L’ipotesi di una ripresa delle ostilità tra Paola e Fuscaldo al momento parrebbe la più accreditata.

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