fabio pavone

Paola – È ancora bufera sui capisettore del comune. Rischierebbero in due

Mentre non accennano a placarsi i bruciori di stomaco per il post elezioni provinciali, col vicesindaco che gioca a fare la volpe e l’uva («Non ci interessa ­essere parte di un’is­tituzione – ha dichiarato – non eletta ­dal popolo») e il sindaco che fa solo la volpe («mi rendo conto che il Ministro Del Rio ha sviluppato un nuovo concetto/modello di democrazia che non avevo mai studiato ne considerato»), nella sede del palazzo comunale continua a spirare un vento che ha iniziato a spaventare gli addetti ai lavori.

Come detto qualche giorno fa, la sete amministrativa dell’attuale centrodestra governante sarebbe tale che, l’acqua sinora offerta dai “premiati” capisettore degli ingranaggi comunali, non basta più a soddisfare l’arsura originatasi dopo il fuoco divampato sulla consistenza del carisma sovracomunale di parte della maggioranza di governo.

Basilio Ferrari, sindaco uscito con le ossa rotte dal confronto con le urne di Cosenza, starebbe cercando di smagrire la densità procedurale per alcuni documenti funzionali a dare avvio ad ulteriori azioni amministrative, questioni importanti che – in vista dell’appuntamento elettorale della prossima primavera – dovrebbero testimoniare visibilmente l’impronta della sua impresa politica.

“Waterfront”, “Strisce Azzurre”, “Raccolta differenziata”, “Alienazioni di patrimonio comunale”, “Assunzione di tre tecnici, categoria D1, in pianta stabile nel municipio”, e tante e tante altre faccende che, se realizzate, potrebbero costituire senz’altro un fiore all’occhiello da mostrare per le elezioni.

Tuttavia, non riuscendo ad interpretare l’urgenza delle firme da apporre – per sottoscrivere alcune tra queste mirabolanti intenzioni – molti dirigenti della pianta organica del comune  starebbero frenando per prudenza, e questa loro titubanza rischierebbe di mandare all’aria l’eventuale rilancio operativo dell’amministrazione in carica.

Considerando come inaccettabile questa linea prospettica, il gotha che ha gestito questi ultimi cinque anni, avrebbe optato per una rimozione forzata, un azzeramento coatto che dovrebbe colpire i perni dei settori col freno tirato.

Uno di questi, ad esempio, pare essere stato individuato in quello che gestisce il personale, mentre un altro – sempre di caratura “sostanziale” – sembra essere stato riconosciuto nelle sue funzioni di supplente del segretario comunale.

Posizioni che sarebbero al vaglio dell’esecutivo, dipendenti storici dell’ente, professionisti di riconosciuta stima, persone che secondo il parere dei giovani che s’avviano a concludere l’esperienza iniziata nel 2012, potrebbero non rispondere più agli appetiti del governo cittadino.

Ovviamente la situazione è tutta in divenire perché, secondo indiscrezioni, le pratiche per il siluramento simultaneo di entrambi sarebbero già pronte, ma si starebbe attendendo l’esito del fine settimana per renderle esecutive.

Eventualmente si dovesse proseguire lungo questa linea ipotetica, è altamente probabile che lunedì si potrà assistere ad un decreto di azzeramento, una procedura limitante che i lavoratori dovrebbero apprendere anche dall’albo pretorio, perché rientrante in un insieme di responsabilità che il sindaco – in prima persona – dovrebbe assumersi.

Una situazione nuova, originatasi a ridosso delle consultazioni provinciali, che probabilmente sta dando la misura dell’aria tesa respirata al Sant’Agostino, dove comunque permangono situazioni di incertezza su altre posizioni nella pianta organica dell’ente.

Ad oggi, infatti, non è dato sapere l’esito della delibera con cui la giunta autorizzava l’assunzione di tre tecnici, un tassello importante da inserire nel computo per i comizi della prossima campagna elettorale.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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