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Coi chiari di luna che stanno susseguendosi in questo inizio di Febbraio, la visione di certe situazioni apparentemente oscure, è facilitata da un bagliore inconsueto, iniziato a sprigionarsi subito dopo le elezioni provinciali di quasi due settimane fa.
In altri tempi sarebbe stato pressoché impossibile immaginare che i lavori per l’adattamento concettuale dell’idea “waterfront”, da innestare al posto della tradizionale visione del lungomare, potessero creare la ridda di reazioni critiche che invece ci sono state.
In un passato che ormai pare davvero remoto, a nessun cittadino sarebbe venuto in mente valutare, alla prova dei fatti, le parole pronunciate da qualsivoglia amministratore o esponente della maggioranza attualmente al S. Agostino.
La popolazione paolana, per tanto tempo, ha tenuto un comportamento che il sindaco ha enfatizzato – nel corso della conferenza stampa di presentazione dei lavori per l’ammodernamento proprio del più lungo camminamento cittadino – quando si è figurato la reazione che i cittadini avrebbero dovuto tenere alla notizia degli imminenti lavori. Un’iniziativa da «accogliere con gioia – disse all’epoca Ferrari – con soddisfazione, un evento che è una vera e propria rivoluzione culturale», contro la quale solo detrattori strumentali avrebbero potuto scagliarsi.
Ebbene, alla luce dell’attualità – costituita da uno smantellamento cui dovrebbe seguire una ricostruzione da finanziare con l’alienazione di patrimonio comunale – pare che la realtà si sia schierata coi detrattori, dato il cantiere delimitato da tondini in ferro privi di protezione, lasciati ad altezza di adolescente, e con saliscendi per disabili che – almeno in un caso – sono disposti in maniera asimmetrica rispetto ai lati della strada, divergenti finanche dal percorso delle strisce pedonali.
I cittadini iniziano a esternare i propri dubbi sui social network.
