gioco d'azzardo paola

Paola: 10,34mln di € incassati in città dalle slot in un anno. 650€ a cittadino

Lo scorso 15 dicembre, nel corso della presentazione alla Camera dei deputati, il direttore editoriale dei quotidiani locali Finegil, Roberto Bernabò, ha svelato i crismi dell’inchiesta “L’Italia delle slot”, un database che raccoglie tutti i dati sul gioco d’azzardo in Italia.

Da tre giorni, consultabile su tutti i siti dei quotidiani locali, il servizio è stato attivato e mette a nudo una realtà che, se non ci fossero i dati supportati da una rigorosa ricerca, stenterebbe ad essere accettata.

«Solamente nel 2016 – è emerso nel corso della presentazione – nella penisola si sono spesi circa 95 miliardi di euro, il triplo rispetto a quanto previsto dalla manovra finanziaria del 2018. Con oltre 400mila slot machine presenti sul territorio la spesa dei cittadini nel gioco d’azzardo si conferma in crescita».

Sebbene i risultati più allarmanti siano stati raccolti laddove il reddito pro capite degli italiani è al livello degli standard europei (con la Lombardia che, coi suoi 10 miliardi spesi nel 2016, è in testa alle classifiche regionali, mentre Prato, con 2mila377 euro spesi all’anno da ciascun residente, è la provincia maggiormente esposta, e Caresanablot, in Piemonte, primeggia tra i comuni con 24mila euro di spesa per cittadino), alle latitudini meridionali le cose non vanno meglio.

Circoscrivendo un’indagine sulla città di Paola, si scopre che l’anno passato – a fronte di una popolazione di 15.905 abitanti con un reddito pro capite pari a 17.166 euro – ogni cittadino avrebbe speso ben 650 euro in macchinette.

Il sito ufficiale dove è possibile consultare questi dati, riporta anche le differenze tra le giocate, per cui i 650 euro sono stati ulteriormente tracciati e fatti derivare dalla somma di Videolottery (315 euro)  e New Slot (335 euro).

La differenza tra i due tipi di “azzardi” consiste nel fatto che mentre le prime accettano anche banconote e sono presenti in locali dedicati, le seconde accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie.

Il dato più esorbitante riguarda la mole di denaro giocato in città solo l’anno scorso, per l’esattezza 10,34 milioni di euro, di cui 5 finiti nelle casse della Videolottery e 5,34 in quelle delle New Slot.

Il totale degli apparecchi presenti sul suolo cittadino risponde al numero di 134 (8,4 ogni mille abitanti) con le New Slot a farla da padrone (107) e le Videolottery più staccate (27 apparecchi).

Fossero state “tasse”, chissà quanti waterfront con tutti i crismi sarebbe stato possibile costruire.

Nel celebre romanzo 1984 (quello che ha dato il via a tutti i “Grande Fratello”), lo scrittore George Orwell descrive l’inclinazione – tutta popolare e di basso livello – verso il gioco d’azzardo inteso come “Lotteria”.

Queste le sue parole: «(i “prolet”, frange più miserabili della popolazione, ndr) Stavano parlando della Lotteria. Dopo aver proseguito per altri trenta metri, Winston si voltò a guardarli. Discutevano ancora appassionatamente, i volti accesi dalla disputa. La Lotteria, con le enormi cifre che corrispondeva settimanalmente, era il solo avvenimento pubblico con il quale i prolet nutrissero un serio interesse. In tutta probabilità, vi erano milioni di prolet per i quali la Lotteria costituiva la principale, se non unica, ragione di vita. Per loro era una delizia, una felice follia, un conforto, uno stimolante. Quando era in ballo la Lotteria, anche persone che sapevano a malapena leggere e scrivere dimostravano di riuscire a fare calcoli complicatissimi e di possedere una memoria stupefacente. Vi era poi tutta una cricca di persone che si guadagnavano da vivere vendendo amuleti, sistemi per vincere e pronostici».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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