fabio pavone

Paola – Piscina ciclabile, pista impraticabile. La pioggia non lava l’onta – VD

Questo non è un articolo per quanti sostengono che il Lungomare di Paola è un’infrastruttura a vocazione alluvionale.

Non è per loro in quanto i lavori per (non) realizzare quella che, i parenti più stretti dei tecnici pagati per dirigerli, hanno definito “costruenda” pista ciclopedonale, avrebbero dovuto risolvere anche le criticità precedenti, riammodernando un pezzo di città su cui la precedente amministrazione aveva pianificato un intervento di “Manutenzione Straordinaria” e “REALIZZAZIONE nuovo waterfront” (che detto in altri termini dovrebbe significare “Lungomare Nuovo di Zecca”).

Non è un articolo neanche per quanti ritengono la pista un fondamentale volano di rilancio per l’immagine cittadina.

Perché creare una voragine nel bilancio comunale per mettere insieme una leccata di vernice e qualche cordolo giallo, peraltro senza neanche pagare la ditta che ha impiegato per mesi solerti operai (alcuni sicuramente “padri di famiglia”), solo per arrivare a poter dire d’aver lasciato un segno nella quotidianità dei paolani, si è rivelata un’operazione che ha procurato più biasimo che lodi. Senza considerare l’incremento di incidenti registrati nell’estate appena trascorsa.

Questo è un articolo diretto a quanti si sono beati di un’inaugurazione parziale, trasformandola in occasione da campagna elettorale, attaccando personalmente quanti si sono da subito accorti che qualcosa non andava (tanto nel progetto, quanto nella formula propinata per convincere la gente che c’erano i soldi per pagare i lavori – ricordate la scuola di “Casalinelle” messa all’asta?).

Questo è un articolo dedicato soprattutto ai tecnici, al progettista ingegner Fabio Pavone, che in una prima fase – oltre ad aver predisposto la piantumazione di lussureggiante vegetazione d’arredo (neanche mai vista) – aveva addirittura predisposto parcheggi auto all’interno del rilevato ferroviario, e all’architetta Angela Maria Marcelli – che per la direzione di lavori tanto eccellenti – è stata pagata con somme a doppia cifra nel computo delle migliaia di euro.

A loro le immagini odierne, specchio fedele di una realtà inconfutabile, che solo per un ritardo nelle riprese non documenta l’allagamento su cui stamane s’è dovuto intervenire per rendere agibile la parte centrale del lungomare (rimasta comunque transennata).

A tutti gli altri, un video che sa di “Amarcord” (o meglio: “lo avevamo detto”).

Buona Visione

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