progetto democratico

Paola – Strascichi post Consiglio Comunale: falbiani e perrottiani in guerra

Un botta e risposta “feroce” sta prendendo corpo sulle colonne dei giornali cartacei negli ultimi giorni.

Da un lato, la minoranza consiliare rappresentativa dell’idea politica afferente a “Progetto Democratico”, coalizione che ha espresso due seggi con l’ex candidato a sindaco Pino Falbo e l’ex reggente dell’ufficio ragioneria del Comune di Paola, Anna Anselmucci. Dall’altro l’amministrazione in carica, chiamata in causa proprio dall’opposizione riguardo gli esiti dell’ultima assise, che ha ratificato un passaggio tecnico-contabile nevralgico per le casse dell’ente ma in distonia rispetto alla contrarietà di quattro (probabilmente cinque se l’ex primo cittadino Basilio Ferrari fosse stato presente in aula) dei sei esponenti dei banchi avversi alla maggioranza.

Tuonando dalle colonne del Quotidiano del Sud, i “falbiani” hanno sostanzialmente ripreso la polemica accesa nei giorni scorsi, mettendo nel mirino le determinazioni dell’esecutivo in carica non solo sul deliberato consiliare, ma anche riguardo recenti nomine “fiduciarie” effettuate sui fronti contabili (6mila euro per la commercialista Marcella Naccarato) e legali (14mila euro all’avvocato, ex assessore da pochi mesi, Francesco De Cesare).

Alle critiche, di cui manca il virgolettato perché non è stata ricevuta alcuna nota stampa in merito, l’Amministrazione Comunale ha risposto, col comunicato che segue integralmente.

«Ancora una volta duole dover constatare che la minoranza consiliare, anziché affrontare le questioni all’interno dell’assise comunale, preferisce mimetizzarsi tra le colonne dei giornali, da dove – in assenza di contraddittorio – continua a pontificare, mescolando questioni che poco attengono alla natura di ciò che è stato deliberato al termine dell’ultima adunanza.  Come in uno sceneggiato teatrale, s’assiste al moltiplicarsi di soliloqui comprensibili soltanto a coloro che li pronunciano, vere e proprie slavine verbali che nel loro incedere calpestano qualsiasi argomento. Nell’ultima, scoordinata, sortita, il calderone delle invettive è stato arricchito con questioni diverse rispetto a ciò che avrebbe dovuto costituire il fulcro del discorso. S’è fatto riferimento agli incarichi assegnati, da questa Amministrazione, a due professionisti operanti nell’ambito contabile e legale, nel tentativo di far passare tali scelte come frutto di chissà quale azione opaca e sorvolando sul fatto che, sia nel caso della commercialista paolana Marcella Naccarato, che in quello dell’avvocato Francesco De Cesare, il Comune andrà a risparmiare circa il 30% sulle parcelle, cosa che in passato non era mai avvenuta. Nel caso dell’assistenza legale, è stato addirittura il sindaco a chiarire pubblicamente i motivi di tale orientamento, specificando la necessità di voler essere affiancato da persona di comprovata fiducia. Nella minestra riscaldata propinata a mezzo stampa, la minoranza ha anche inserito la questione “Ecotec”, ditta che in seguito all’interdittiva antimafia che ha colpito la gestione precedente di Laopools, è subentrata a occuparsi del Servizio Idrico Integrato cittadino sul finire della precedente esperienza amministrativa. Anche in questo caso tanto rumore per nulla, perché come emerge dagli atti, è stato solo con l’attuale assetto che si è resa fattibile una gara d’appalto, con un primo tentativo già espletato ed andato a vuoto solo perché non è stata presentata alcuna proposta. Inoltre, ai soloni della carta stampata, va ricordato che rispetto alla situazione ereditata, questa Amministrazione è riuscita a decurtare di circa dieci punti percentuali il canone pattuito in precedenza, così come giova rammentare che sulla tematica, è in corso l’elaborazione di un progetto di finanza che prevede un investimento di circa 4milioni di euro da parte della Regione. Ma su questo si glissa, come ci si dimentica l’affidamento diretto, e a costi esorbitanti, che la passata amministrazione ha fatto proprio riguardo il Servizio Idrico Integrato, demandato a chi poi è stato interdetto per questioni di mafia. Dov’era chi doveva supervisionare alla contabilità del comune quando le tariffe, legate proprio a tale servizio, erano state quasi raddoppiate rispetto ad oggi, con costi difformi dal suo stesso parere contabile? Dov’era chi oggi contribuisce a fomentare la polemica, quando all’Osl non veniva destinato il fondo cassa, per un ammontare inserito e poi sparito dagli atti contabili? Dov’era la verve “inquisitoria” dimostrata oggigiorno, quando è stato approvato un bilancio dagli equilibri talmente precari che non dava contezza di ben cinque milioni di euro di debiti? L’ultima nota messa in piedi dalla minoranza non risponde a nessuno dei quesiti posti da questa amministrazione, tanto in consiglio, quanto proprio sui giornali. È forse un effluvio verbale figlio del livore, perché dimentica che il Consiglio Comunale sul tema è stato indetto proprio per coinvolgere tutti e discutere insieme. Ma visto che si parla solo sui giornali, ecco cosa dice la sentenza che la minoranza brandisce in continuazione: «È restituita all’ente locale dissestato la quota di risorse finanziarie liquide dallo stesso messe a disposizione esuberanti rispetto alle necessità della liquidazione dopo il pagamento dei debiti”. Coerentemente  con  le  superiori  premesse, la norma condiziona la restituzione all’ente locale dissestato della quota di risorse finanziarie esuberanti rispetto alle necessità della liquidazione al pagamento di tutti debiti. Risulta, quindi, che una diversa applicazione delle norme priverebbe di senso l’intera procedura, consolidando, di fatto, la massa passiva e il rischio un nuovo ed ulteriore dissesto […] Conseguentemente, il ricorso va accolto e va disposto l’annullamento del provvedimento impugnato nella parte in cui ha stabilito la restituzione allo Stato delle somme anticipate e non utilizzate, laddove, invece, la massa attiva residuale sia sufficiente a coprire gli importi di ulteriori debiti contratti e non liquidati in via transattiva. La non immediata percettibilità delle norme regolanti la materia, consente di disporre la compensazione tra le parti delle spese di giudizio». Posto quindi questo assunto, ci si chiede come mai la precedente amministrazione, coadiuvata da pezzi dell’attuale minoranza consiliare, non abbia messo a bilancio tutti i debiti. Così come resta l’interrogativo riguardo l’atteggiamento “ostile” sull’utilizzo degli 8,5milioni di euro concessi dal Ministero. Forse è troppo l’imbarazzo di dover prendere atto che, tutta questa operazione, porta a galla un pregresso nel quale è palese la non bontà dei documenti contabili prodotti e inviati dal 2012 in poi, un periodo nel quale – in almeno un caso – c’è stato bisogno dell’intervento della Prefettura per arginare pratiche di pagamento a ditte coinvolte nelle indagini dell’antimafia».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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