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Considerato l’interesse suscitato dalla decisione assunta in merito al “divieto totale” di parcheggio sotto alla scala che, da Via Mulino e passando per Via Antica Cartiera, giunge a Largo San Domenico, è opportuno anche quest’oggi tornare sulla questione.
Se la notizia di ieri, giorno in cui ancora una volta s’è assistito al via vai di operai al lavoro che – di fatto – impedivano qualsivoglia “tranquillo passaggio” pedonale sull’infrastruttura, ha riguardato l’apertura di un “antro” apparentemente murato, oggi bisogna rendere conto di alcune riflessioni inviateci all’indirizzo di posta della redazione.
Molte persone, dopo aver letto l’articolo e visto la fotografia, hanno posto domande riguardo l’opportunità di distruggere un manufatto che, malgrado la semplicità costruttiva che lo caratterizzava, avrebbe potuto rappresentare un sito di interesse “storico”, dato che insiste(va) sull’area in questione da moltissimo tempo.
Alcuni si sono chiesti che fine abbiano fatto i mattoni rossi modellati dagli elementi nel corso degli anni, altri hanno posto questioni riguardo la tettoria con tegole “particolari”, altri ancora vorrebbero sapere quale sarà ora la “destinazione d’uso” del magazzino ricavato. Insomma, tante cose messe insieme alle quali – in mancanza di atti formali – solo chi da giorni sta (e)seguendo l’opera da vicino, potrebbe rispondere.
Stesso discorso vale per le “anforette” posate con un velo di cemento nella fontana dei “Sette Canali”, azione della quale sembra stia occupandosi il capogruppo di minoranza Pino Falbo con specifiche richieste agli enti preposti ai controlli opportuni in questi casi.
Forse qualche novità potrebbe emergere nei prossimi giorni.
