comitato popolare michela bonavita

«C’è un progetto preciso per smantellare l’ ospedale di Paola »

Come se si trattasse di un’urgenza, i membri del comitato popolare “Michela Bonavita” hanno tenuto un incontro pubblico, dinnanzi all’ingresso dell’Ospedale.

L’occasione, senza voler ambire al grado di civica adunata, è stata organizzata per fare il punto su diverse situazioni in cui starebbe impantanandosi il nosocomio cittadino. Questioni per le quali sono stati necessari tre oratori e più di un intervento dei convenuti, tutti impegnati a sviluppare quanto più possibile la tesi secondo cui, dietro allo stato “pietoso” in cui starebbe operando la struttura sanitaria, ci sarebbe un disegno preciso (o per usare le parole del Comitato: «un progetto finissimo»). Descrivendo una trama fatta d’intricate relazioni tra interessi eterogenei, gli attivisti del “Bonavita” hanno cercato di estrarne un sunto che fosse comprensibile e che – contestualmente – scuotesse le coscienze popolari. Perché, oltre ad avere l’intenzione di “passare il testimone” alle nuove generazioni, gli attivisti hanno espressamente richiesto il supporto della popolazione, in quanto – a parer loro – ci sarebbe il concreto rischio di una deriva progressiva verso lidi che vorrebbero Paola fuori da ogni circuito.

Hanno parlato di tutti gli argomenti finora condotti, lo hanno fatto dall’alto di tutti i passi formali compiuti, dalla semplice richiesta di accesso agli atti inerenti la frana, fino all’esposto-denuncia “firmato” in Procura, i decani di una filosofia politica ormai distante dalla nuova classe dirigente, hanno lamentato l’isolamento nel quale s’è cercato di relegarli. Per questo, tra gli interventi spontaneamente aggregatisi al tavolo, hanno trovato spazio anche quelli di Cambia Paola, di Rifondazione Comunista e di comitati come quello di “Salute Pubblica”. Perché all’unisono hanno colto l’invito di chi s’è posto per unire e non per dividere, di chi lotta per scongiurare l’incubo peggiore di coloro che vorrebbero continuare a giovarsi di una struttura funzionale alla “salute pubblica”, perché nessuno dei membri del quartetto composto da Franco Cortese, Mario Valitutti, Giancarlo Sorrentino e Salvatore Manes, ha dato l’impressione di voler discutere per fare politica “partitica”. Perché di politica, quella con la “P” maiuscola, si è comunque parlato, ma non per attirare elettori o delegittimare avversari.

Qualche tirata d’orecchie è stata riservata a coloro che starebbero oziando sul “disagio” creato dall’ospedale in queste condizioni, perché rei d’accaparrarsi proprietà intellettuali su ogni “scampato pericolo”, che non è mai una conquista duratura. «Perché l’ospedale – come ha avuto modo di rimarcare Cortese – lo stanno smantellando un pezzo al giorno. Proprio per evitare di farlo esplicitamente». Secondo la versione del comitato: «I reparti vengono salvati ma poi spuntano improvvisi disagi, o meglio rotture di macchinari, che impongono sempre il solito via vai tra Paola e Cetraro».

Ovviamente, la questione sollevata dal Bonavita non è un problema, né tantomeno lo si potrebbe definire tale. Perché a Paola – come ha lasciato intendere il sindaco Ferrari durante l’ultimo consiglio comunale – è tutto nella norma e nessuno pensa a questa come ad una città nel “degrado assoluto”.

Nei prossimi giorni verrà pubblicato il videoreport sull’incontro.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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