Lo scorso 10 Febbraio, la Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto la sospensione del giudizio in merito alla presunta illegittimità elezione del consigliere regionale Giuseppe Graziano. Una notizia non di poco conto per gli ambienti forzisti paolani, duramente provati da uno scontro al vertici che – al momento – starebbe costituendo argomento di “spaccatura” tra le eterogenee anime che ne fanno parte. Nella città del Santo, infatti, quello che un tempo era il partito più influente del centrodestra moderato, sarebbe oggi ridotto ai minimi termini, condizionato da una silenziosa faida che ne vedrebbe opposte le figure apicali. Se da un lato l’imposto responsabile zonale incaricato direttamente da Roma, Mimmo De Rosa, continua sommessamente la sua attività di consigliere comunale (seppure nell’amalgama costituita col gruppo “Moderati per Paola”), dall’altro ci sarebbero tutti i tesserati rimasti al fianco del vicecoordinatore, Emilio Mantuano, che sarebbero pronti ad un confronto funzionale a rappresentare una vera e propria “resa dei conti”. Questo perché la permanenza consiliare di Graziano, uno dei vertici calabresi che – insieme a Morrone – hanno insignito proprio Mantuano della sua carica, scompaginerebbe i piani del duo capitolino rappresentato dagli onorevoli Gasparri e Santelli, con quest’ultima in fase discendente proprio per gli scarsi risultati ottenuti in campo calabrese. Se la “copertura” garantita fino ad oggi a De Rosa trovava il suo punto di forza nella possibilità che Graziano venisse messo in discussione nelle sue funzioni politico-rappresentative, la sentenza catanzarese potrebbe assumere le sembianze di un “de profundis”, perché l’avvocato paolano (in virtù della sponsorizzazione goduta sino ad oggi) non sarebbe portatore di quei crismi fiduciari necessari all’attuazione della strategia di rilancio pensata da chi – proprio alla Santelli – ha recentemente imputato la mancanza di considerazione nella procedura finalizzata alla nomina dei coordinatori provinciali. «Noi non possiamo accettare la nomina di un coordinatore – aveva detto a dicembre Graziano – che non tenga conto delle esigenze dei rappresentanti istituzionali del partito», un’espressione che potrebbe costituire la premessa per il “repulisti” da attuale a Paola, dove i rappresentanti sempre fedeli all’idea forzista starebbero attendendo solo il via libera scardinare dal suo posto il coordinatore di matrice An. L’unico modo per dirimere la questione, per De Rosa, potrebbe consistere nella convocazione assembleare del partito, la cui base – a quanto pare – scalpita sempre più
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