il cuore del marsili

Il Cuore del Marsili – La Storia di Irina, reietta per un errore

MEDITATE GENTE, MEDITATE…

e non giudicate all’istante, ma fate funzionare un po’ le sinapsi!

E sì, in genere capita di dare attenzione prima (o solo addirittura) alle apparenze, di conseguenze all’occhio altrui poco importa se sei principe o maniscalco del castello, ape regina o operaia; hai sbagliato? Paga!

E sì, di nuovo, ma valutiamo le circostanze; mettiamo al vaglio i casi e le casualità che a volte sono tali, talvolta no.

Come il caso di Irina (vuole usare questo nome perché le ho fatto notare una certa somiglianza con un’attrice!), abituata a fare progetti, perfetti, candidi come confetti, ma che puntualmente diventano del fato, sberleffi. Le è successo, poveretta, di dover fare i conti col suo cuore, organo legato all’anima che, padrone, capita faccia fare scelte non socialmente condivise; ha attraversato lo Stige quasi inconsapevolmente, poi d’un tratto, il cervello, che aveva avvisato, ma era stato messo in stand by, obbliga gli “occhi” dell’anima ad aprirsi e… inizia il dolore lancinante, la sofferenza acuta, i pungiglioni di un nuvolo di vespe che hanno reso visibile intorno all’albero un’intera foresta e non se n’era resa conto, (cioè, il cuore non voleva assolutamente vedere il bosco; che poi, a dire il vero, è quasi sempre pericoloso attraversarlo!).

Conseguenza, lei è stata allontanata da un’intera famiglia; si sente così colpevole da non riuscire a camminare a testa alta, anzi, non cammina proprio, non vuole più uscire di casa.

Irina notoriamente è una donna buona, simpatica, tranquilla, pronta ad aiutare il prossimo, morigerata, intelligente, che però ha commesso un atto cattivo, lo ammette lei stessa; ha sbagliato, è stata indotta, ma se ne assume la responsabilità. A sua difesa racconta di un periodo drammatico durante il quale niente la interessava più, un tunnel di cui non ricordava ingresso, né vedeva uscita; si era persa e questo lo sentiva, chiarisce non lo sapeva, lo intuiva, c’era solo buio intorno a lei, tanto e tangibile che a volte non si regolava se fosse stato giorno o notte. Soprattutto non pensava neanche a far programmi, cioè, non pensava e basta, ma a niente… proprio a niente, la testa, dice, la avvertiva vuota, resettata, da riprogrammare.

Accade, però, non si sa se all’improvviso o lentamente, d’imbattersi in un “sorriso mattutino” con cui si è ritrovata, ma specifica, ancora non si riconosce del tutto, ci vorrà ancora del tempo. Questa tangenza così positiva per il suo stato d’animo, si rivela una collisione pericolosa agli occhi degli altri; il tempo rivelerà essere un’azione sbagliata, sì, ma che come in un giro di boa, l’ha riportata sulla rotta principale e condotta fuori dal tunnel.

Dai più non è stata perdonata, neanche dalla famiglia, pare di aver capito. Non ci hanno consigliato di ascoltare tutte le “campane” prima di giudicare e\o disprezzare? Non possiamo essere simpatici sempre o a tutti, quindi un po’ di comprensione o empatia non guasterebbero.

Se domani toccasse a voi d’inciampare, nei panni di chi vorreste essere?

Io qui, oggi, mi limito a ripetere parole altrui: «se la vita va contro corrente, fermati un momento e riprendi fiato».

Irina, se ancora non sei guarita cerca di darti un altro po’ di tempo.

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