francesco sbano

Paola – Area Mercatale Via Pantani, da “paventato” eliporto a immondezzaio

Quando l’amministrazione guidata da Roberto Perrotta, per il tramite dell’assessore José Grupillo, ha recintato l’area mercatale di Via Pantani, lo scopo era quello di preservarla da ogni sorta di eventualità contraria all’utilizzo che ne era stato deliberato e di renderla idonea ai presumibili accorgimenti che sarebbero stati messi in campo se fosse rimasta adibita alla sua funzione. Mettendo da parte la salvaguardia della fonte perpetua da cui i pompieri possono attingere l’acqua per le autobotti, basti tenere a mente quanto ha recentemente dichiarato proprio l’ex assessore al commercio, il quale – parlando delle potenzialità del progetto – ha ricordato che sarebbe stato dotato di una copertura per renderlo  «elettricamente autosufficiente grazie a pannelli fotovoltaici, creando una struttura in grado di rappresentare un fiore all’occhiello per la città e generando tanti posti di lavoro, con uffici del comune e della coop (che si occupava della manutenzione, ndr) e con uno spazio eventualmente riservabile anche ad eventi pubblici di grossa caratura. C’era anche un accordo con la Scuola Navale di Bari che, probabilmente, avrebbe costituito un pungolo ulteriore per la costruzione del porto».

Ironia della sorte, quella stessa recinzione oggigiorno rappresenta un ostacolo insormontabile per documentare l’attuale stato del luogo, stravolto dalla decisione della maggioranza di Basilio Ferrari che ha riportato il mercato nel centro cittadino ed ha reso quello spazio di Via Pantani utile a creare un percorso per far esercitare gli allievi di due scuole guida, caricando quel suolo finanche con la deposizione di container utilizzati, dalla ditta che si occupa della raccolta della spazzatura, per stoccare il pattume urbano.

container-area-mercatalePer rendere fotograficamente l’idea della situazione, è stato necessario “salire” sul crinale della collina prospicente, dove è stato possibile realizzare uno scatto che testimonia l’aumento numerico dei mega bidoni, passati da uno a tre. Purtroppo è difficile esprimere con la scrittura l’olezzo sprigionato, così come è impossibile rappresentare la macchia untuosa venutasi a formare sull’asfalto dove questi container sono deposti, una patina nerastra che s’allarga ogni giorno di più e che – forse – è in grado di trapassare il catrame con conseguenze soltanto ipotizzabili.

Vedendola in queste condizioni, pare molto difficile immaginare quel progetto sognato dall’amministrazione Ferrari che, nelle vesti “spettacolari e turistiche” dell’assessore (nonché vicesindaco) Francesco Sbano, aveva annunciato di volerne fare un eliporto. Ora questa è Paola.

O meglio: #oraquestaèpaola

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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