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Cambia Paola su Ferrari («patetico») e Pagliaro («mandato al macello»)

Avendo riattivato i canali con la Piazza, alla luce del successo di “pubblico e critica” per l’incontro sul Referendum, la cospicua parte della sinistra paolana racchiusa in “Cambia Paola” è tornata a commentare il presente amministrativo della città.

Prendendo atto della situazione verificatasi in seno al comune, dove a detta del segretario Nicola Falcone arriveranno tempi duri per i dipendenti (esposti alla previsione di diciassette mesi senza stipendio), il movimento politico extraconsiliare ha criticato duramente Basilio Ferrari.

«Gravissimo problema – scrivono gli attivisti in una nota a commento della notizia – quello del patto di stabilità-ghigliottina (che verrà ulteriormente aggravato se dovesse vincere il SI al referendum), causato sia da una Legge assurda, sia dagli “appalti allegri” di Perrotta e Ferrari. Ora che i nodi vengono al pettine il Sindaco pensa bene che la priorità è non farlo sapere ai giornalisti. Troviamo questo atteggiamento patetico e offensivo: offensivo nei confronti dei cittadini, che hanno il diritto di sapere come vengono amministrati i loro soldi; patetico perché, dopo avere fatto ferro e fuoco sulla “stampa faziosa e disinformata”, quando ha la possibilità di dare la propria versione dei fatti, questa amministrazione rinuncia a farlo. Forse perché non sa cosa dire – conclude Cambia Paola – o forse perché ha una coda di paglia grossa così».

In ottica “elettorale”, riservata non alle amministrative ma al referendum, Cambia Paola si è espressa per il “No”, soprattutto alla luce del confronto che, lo scorso sabato sera, ha visto una discreta presenza di pubblico in Piazza del Popolo. Sotto la garbata conduzione di Angela Maria Schiavo, sono state dibattute le ragioni di entrambe le scelte referendarie, con i “favorevoli” Alessandro Pagliaro e Salvatore Brogna, e i “contrari” Giorgio Lo Feudo, Paolo Palmi e Luigi Pandolfi. Per gli attivisti del movimento « I sostenitori del “NO” hanno dimostrato che se vincesse il “SI” le Province non saranno abolite, semplicemente cambieranno nome e rimarranno come “Aree Vaste”, con uffici, consiglieri, presidenti e relativi costi. Il Senato cambierà composizione, ma i suoi costi rimarranno praticamente invariati e per di più saranno in parte (quella sostanziosissima della “diaria” e dei “rimborsi spese”) trasferiti sulle già esangui casse regionali. La legge elettorale “Italicum” non sarà modificata e consegnerà il Parlamento al partito di Governo, che godrà del potere assoluto di nominare i giudici della Corte Costituzionale, i membri del CSM e il Presidente della Repubblica». Una critica generale che, insieme al Partito Democratico nazionale, ha coinvolto anche la sezione paolana che «nonostante l’invito al confronto fosse stato esteso all’intero comitato per il “SI”, guidato dal locale PD, nessun esponente di quel partito ha avuto la faccia di venire a difendere le proprie posizioni – è il passaggio di Cambia Paola – mandando al macello due indipendenti (Pagliaro e Brogna, ndr)».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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