il cuore del marsili

Il Cuore del Marsili – Una cernita emotiva: che razza di amici hai?

Ci sono amicizie che ti portano sulla cattiva strada, altre che ti riportano sulla retta via, quelle che ti aiutano solo quando ne hai veramente ed estremamente bisogno, quelle che ci sono sempre.

Talvolta capita che vivendo e crescendo, come se non fossimo ancora corazzati e induriti dalle brutte esperienze, commettiamo errori grandi, stupidi, inaccettabili, seguendo un banale consiglio amichevole. Così, subito dopo non sappiamo che fare e avremmo bisogno di aiuto, ma ci assale il senso di vergogna per ciò che è stato stupidamente fatto o detto e guardandoci intorno sembra non esserci nessun idoneo a salvarci: non ci sono fratelli, sorelle, cugini, amici…

Buio, vuoto, solo quella maledetta erba del vicino sempre più verde!

Silenzio intorno, ma vespaio incessante nella testa.

E quel che è peggio: più non ne parli, più il problema si nutre e lievita fino a raggiungere proporzioni monumentali. Non rimane lì in stand-by, no, quello è il pensiero immoto, irremovibile, fisso, tarlante.

Quale soluzione? Parlare, confrontarsi, chiedere.

Io personalmente ho avuto a che fare con tre soggetti diversi in questi mesi passati e ho avuto modo di capire che i miei amici sono così diversi tra loro e da me, che a volte mi meraviglio di averli vicino, ma mi vogliono bene, ed io a loro e non ci abbandoniamo… anche quando sono proprio loro ad indurti allo sbaglio!.

Kamikaze è la persona che avevo scartato a priori per affrontare la logorante situazione, invece, è spuntata all’improvviso, quasi una sorella di cui nessuno sa niente, però esiste. Mi ha risollevato il morale, mi ha ricordato chi sono, mi ha riportato alla visione lucida della vita mia e degli altri, mi ha riportato di peso sulla carreggiata, mi ha ordinato di  mettere in folle e mi ha spinto giù per la discesa gridandomi : «la prossima volta toccherà a te aiutarmi, quindi riprenditi in fretta». Subito dopo era già sparita, tornata forse a casa, con la promessa di rivederci… beh, sì, al prossimo SOS… Tra noi, in effetti, è sempre stato così.

E quando pensavo di dover iniziare a camminare da sola, si è fatto avanti Siddharta, una persona che da sempre suggerisce stili di vita idonei ad ognuno di noi, ma noi non ascoltiamo e rifuggiamo solo per non metterci in discussione. Da qualche tempo cercava di farmi assolvere un dovere con me stessa, ma come diceva lui, ho un’autostima malata di insicurezza cronica, quindi rinviavo. Con tatto e costanza, ha offerto a mei suoi chilometri migliori, ascoltando lamentele, paure, incertezze, e tante tante, tantissime fisime mentali… fino al punto che credevo mi scrollasse via dalle spalle. Io cioè avevo un piano ben preciso: annoiarlo fino alla morte, così avrei potuto lamentarmi ancora sostenendo la causa dell’abbandono; invece no, implacabile ascoltava, ascoltava, ascoltava… (credo che in quel periodo i nostri gestori telefonici facessero festa). Così anche lui mi ha rincuorato, sostenuta e incoraggiata ad affrontare quello che sembrava un grattacielo, invece era appena appena una grotta. Prima di arrivare a farmi prendere la mia decisione, di tempo ne è trascorso. C’è stato addirittura un momento in cui ho creduto davvero di averla sfiancata questa persona, lui che non fa le cose che non meritano di essere fatte, ad un certo punto non mi ha più chiamata e quando ho scoperto che era in terre straniere, non dico come l’ho presa male; si doveva rigenerare e aveva ragione; mica ci sono solo io! È tornato più in forma di prima e come mi sono permessa di riusare la formula dell’arrendevolezza che recita: «mettiti nei miei panni…», prontamente e seriamente ha risposto: «guardami, ho ottanta chili più di te, come faccio ad indossare i tuoi jeans!». Quella battuta sciocca, banale mi ha ridato il sorriso di sempre, quello che io regalo a chiunque m’incontra, quello che è la mia caratteristica, ma soprattutto ha riportato me stessa a riappacificarsi con l’anima.

E non è finita qui, sono stata fortunata, perché mentre ho ripreso a correre, mi sono ricordata di quanto sia importante aiutarsi da soli e… sono andata a cercare 77GiGa… di capacità tecnologiche e umane che fraternamente e celermente ha dato la sua disponibilità per risolvere il mio intoppo. Infatti, mi ero resa conto che non affrontavo un problema, solo perché l’idea di decidere mi bloccava; niente di più vicino al fallimento! Così, anche se il destino mi offriva un ascensore, decisi di salire le scale piano piano, chiedendo a quest’altra persona di affiancarmi. Ed ecco che grazie al suo intervento, facile come collegare la spina alla corrente, tutto il resto di quella parte di vita che si era bloccata, ha ricominciato a funzionare.

Ancora non so come sarà il futuro, ma di certo con i miei tre amici ho smesso di essere, in quel periodo breve senza fratelli, sorelle, cugini…

Perciò, grazie Kamikaze perché sei sempre pronta ad affrontare pericoli estremi pur di starmi vicino, ripetendo sempre il proverbio che recita: «più buio di mezzanotte non può fare». Grazie Siddharta, che ormai associo alla frase di Prévost: «l’incontro casuale di un buon libro può cambiare il destino di un’anima«. Grazie 77GiGa, che arrivi col passo felpato di un felino zoppo raccolto in autostrada, che con umiltà dici : «proviamo, non so se sono capace», per poi infilare frasi ad effetto come: «smetti di essere ipercritica nei confronti di te stessa». Tu mi fai venire in mente la frase di Napoleone: «saper sopportare la vita, questo è il vero eroismo».

A volte abbiamo gli angeli vicino, ma non li vediamo.

Vero?

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