cane arrostito calabria

Ospite di un centro d’accoglienza sorpreso ad “arrostire” un cane (solo 1?)

I moncherini lasciati a terra, arrostiti, vicino all’improvvisato “piano cottura” che un nigeriano di 29 anni aveva allestito all’interno del centro d’accoglienza che lo ospitava, non avevano una forma “convenzionale”.

Non erano – per intenderci – quelli abitualmente lasciati come “scarti” da coloro che, nella cultura locale, rappresentano i resti di un barbecue legalmente consentito alle latitudini occidentali.

Erano i resti di un cane, fatto a pezzi e cucinato a Briatico (VV) da un extracomunitario poco meno che 30enne che, all’arrivo dei Carabinieri della locale stazione, si è giustificato dicendo che l’animale – all’atto di essere macellato – era già morto.

A segnalare la situazione è stata una volontaria dello stesso centro d’accoglienza, un’animalista che – resasi conto dell’ignominiosa portata – ha allertato le forze dell’ordine.

Secondo una prima ricostruzione, l’improvvisato ed illegale “cuoco” avrebbe spiegato che dalle sue parti quel tipo di “portata” costituisce una vera e propria leccornia, come se il fatto di essere ospitato in Italia non lo riguardasse minimamente.

I Carabinieri hanno comunque dato avvio ad un’indagine, per scoprire se si tratta di un caso isolato o di una prassi diffusa.

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