L’opposizione all’archiviazione di un procedimento intentato contro buona parte dei passati amministratori e dirigenti di uffici comunali, è andata a segno.
Si continuerà ad indagare sull’operato dell’ex sindaco Basilio Ferrari, degli ex assessori Francesco Sbano, Dario Gaetano, Stefano (Giovanni) Mannarino, Paolo Siciliano, Massimo Focetola e dell’ex reggente dell’Ufficio Tecnico Comunale (Utc), ingegner Fabio Pavone.
Perché stante la denuncia dell’ing. Emilio Novello, la posizione dell’ex “prima giunta” (perché a Focetola subentrò Marco Cupello) e dell’ex candidato a suo supporto con “Scopelliti Presidente” (nome della lista in cui Fabio Pavone si propose all’elettorato nell’anno della vittoria), è tale da costituire oggetto giuridico di natura penale.
Ciò vuol dire che il procedimento per chiarire la gestione amministrativa dei lavori per la “Ristrutturazione, Sistemazione ed Ampliamento dell’attuale cimitero comunale”, continuerà.
La dottoressa Rosamaria Mesiti, Giudice per le Indagini Preliminari (Gip), ha disposto che il Pubblico Ministero, entro il termine di 120 giorni dalla comunicazione della sua ordinanza, “provveda alle indagini”, con particolare riferimento alla “audizione” dei testimoni citati dalla persona offesa, ed all’eventuale espletamento di una consulenza tecnica.
Il fondamento di siffatta determinazione è sancito dal fatto che «l’atto di opposizione deve ritenersi nel caso di specie ammissibile – secondo la Gip – in ossequio al principio giurisprudenziale qui condiviso secondo cui “il reato di abuso d’ufficio finalizzato ad arrecare ad altri un danno ingiusto ha natura plurioffensiva, in quanto è idoneo a ledere, oltre all’interesse pubblico al buon andamento e alla trasparenza della Pubblica amministrazione, il concorrente interesse del privato a non essere turbato nei suoi diritti dal comportamento illegittimo e ingiurioso del pubblico ufficiale. Ne consegue – prosegue la Mesiti, richiamando una sentenza della Cassazione (la nr.5746 del 19 Gennaio 2016) – che il privato danneggiato riveste la qualità di persona offesa dal reato ed è legittimato a proporre opposizione avverso la richiesta di archiviazione del Pubblico ministero».
All’epoca dei fatti, partiti nel 2003, il Sant’Agostino aveva appena cambiato gestione, perché dopo due sindacature consecutive di Roberto Perrotta, in comune era entrato colui che con la fascia tricolore sul petto si sentiva «Superman» (espressione adoperata da Basilio Ferrari nel corso di un consiglio comunale).
Era quindi il 2013 e l’ingegner Fabio Pavone non era ancora stato assunto, in pianta stabile e a tempo indeterminato, nell’ente (e non era neanche stato ancora nominato a capo dell’Utc, visto che a Via Baracche c’era ancora l’ingegnere Antonio Vigliotti).
A quel tempo l’ingegnere Emilio Novello era impegnato nella progettazione definitiva ed esecutiva del 1° Stralcio e del 2° Stralcio dei lavori sul camposanto.
Non sapeva, perché lo avrebbe scoperto in seguito, che il 3° stralcio dei lavori – in maniera unilaterale – l’amministrazione Ferrari l’aveva assegnata ad altri.
Non sapeva, ma se ne sarebbe accorto immediatamente, che nelle stanze del Sant’Agostino era stata deliberata la “riduzione” degli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, la “riduzione” dei compensi professionali legati all’attività di progettazione Definitiva, Esecutiva e alla Sicurezza in fase di Progettazione (destinati proprio all’ing. Emilio Novello, congiuntamente ad altri due professionisti), la “riduzione” dei compensi professionali spettanti al Geologo, “l’aumento” del compenso relativo al Coordinamento della Sicurezza in fase di esecuzione, “l’aumento” del compenso spettante al Collaudatore designato (ing. Antonio Vigliotti dirigente Utc) e “l’introduzione” dell’onorario per la nuova figura professionale del Supporto al Rup (ing. Fabio Pavone) mai intervenuta negli stralci precedenti.
Una volta appresa questa situazione, a Novello non è restato altro da fare che “denunciare”.
In un primo tempo, del presunto “torto subito” è stata proposta l’archiviazione, ma con la recente disposizione del Gip le indagini saranno “riaperte”, e per gli indagati – in precedenza “identificati” soltanto – potrebbe arrivare il momento di “essere ascoltati”.
I prossimi 4 mesi saranno vicari di aggiornamenti in merito.