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Storia del Movimento Sociale Italiano a Paola – intervista a Dante Aloise

In questa affettuosa conversazione nel suo ufficio di Sant’Agata, il geometra Dante Aloise, classe 1944, storico militante del MSI e della Destra paolana, ci racconta la presenza del partito di Almirante nel nostro territorio

Caro sig. Aloise, quanto è nato il MSI a Paola?

Nel 1947 circa, io ci sono entrato nel 1961/62 e sono stato per un bel po’ di tempo nella Giovane Italia, la giovanile per partito ovviamente. Nel 1967 invece sono entrato nel partito e mi sono subito candidato alle elezioni amministrative, l’ho fatto più volte. E devo dire che tranne quella prima volta sono stato sempre eletto consigliere. Mi impegnavo molto, della sezione paolana sono stato segretario per un periodo abbastanza lungo, da quel periodo di fine anni Sessanta fino agli anni Ottanta, quasi ininterrottamente! Le campagne elettorali le organizzavo tutte io…

Mi parli un po’ del Movimento, la militanza locale in cosa consisteva?

A livello locale ma anche nazionale il partito riusciva a fare una propaganda senza mezzi, ma eccezionale! Tu ti chiederai, ma il motivo di tale ideologia dopo la guerra? Identificarsi con il Movimento Sociale quale poteva essere? La maggior parte dei nostri elettori aveva vissuto il Fascismo, e nonostante i grandi problemi subentrati durante e dopo la guerra erano rimasti ancorati su quelle vecchie posizioni, e in altri casi influiva l’eredità familiare naturalmente. Ed è stato anche il mio caso, mio padre all’età di 17 anni fece la Marcia su Roma!

lo storico logo del Movimento

Che ambizioni si respiravano tra gli iscritti?

Devo dire è che i vantaggi non erano molti nella militanza del partito, anzi a molti è costata parecchio. Anche io non sono mai riuscito ad accedere a certe professioni, c’era questa tendenza ad emarginare i giovani missini… Ma non ho mai perso i miei ideali, vedi questa foto? (mi mostra un primo piano del Duce) campeggiava in casa nostra sin dal 1936! Nonostante questo clima quasi tutti gli attivisti più fedeli sono rimasti fino alla tarda età, salvo qualche eccezione tra i più giovani. Forse proprio questi ultimi furono la rovina della sezione paolana. Prima c’era una diciamo selezione dei militanti, poi sono entrate molte persone venute per “sistemarsi” e che rovinarono tutto…

Quali sono stati i suoi miti politici?

Qui a Paola c’erano dei personaggi, sottolineo degne persone con le quali mi sono formato che avevano subito tutte le conseguenze negative del conflitto, chi mutilato, chi caduto in disgrazia, chi emarginato da molti in quanto ex sostenitore della Repubblica di Salò… Nella nostra provincia ho conosciuto dirigenti e segretari molto onesti, tra i quali ovviamente Benito Falvo, Ugo Verrina, entrambi scomparsi, altri che guadagnavano cifre astronomiche in una campagna elettorale e che finivano con spenderle per quella successiva! Poi ricordo con grande affetto Antonino Tripodi e Raffaele Valensise, ma anche Fortunato Aloi, Michele Barbaro e il senatore Ciccio Franco, tutti della Destra di Reggio Calabria

un beffardo manifesto del Fronte della Gioventù di Reggio Calabria contro il deputato socialista Giacomo Mancini

La sezione di Paola sbaglio o era situata a Corso Garibaldi?

Si, prima era lì, in un intero appartamento. Poi è stata in Via Terravecchia, a pochi metri dopo la Torre dell’orologio. Poi in Piazza del Popolo e infine lì vicino, a Via IV maggio. Tenere una sezione in piedi comporta spese, ma c’era chi evadeva, chi diceva “tanto paga il comune”

Quali erano i giornali di riferimento per il MSI?

Principalmente “Il secolo d’Italia”. Io ero abbonato, lo facevo arrivare in sezione ogni mattina! A Paola aveva una diffusione notevole, se ne vendevano trenta/quaranta copie al giorno, soprattutto per gli articoli di Tripodi, di Alberto Giovannini e dello stesso segretario Giorgio Almirante erano entusiasmanti. C’erano ovviamente quotidiani con posizioni vicine come “Il Tempo” di Angelini. Con “Il Giornale” di Montanelli invece non c’è mai stata affinità, anche se qualche volta lo leggo. Attualmente sono un convintissimo lettore di “Libero in particolare per via di Vittorio Feltri e Renato Farina che sono personaggi di spicco. Può sembrare il contrario ma non è un giornale fazioso, dice semplicemente le cose come stanno senza freni. Quando qualcosa va storto, va divulgata con quella forza. E poi è un giornale indipendente, non è mica il portavoce di qualche partito! Altro giornale che consiglio caldamente è “La Verità” di Maurizio Belpietro, davvero grandioso con firme di grande spessore

Giorgio Almirante nel 1972 all’indomani delle elezioni politiche

Con la Democrazia Cristiana che rapporto avevate?

Nessun rapporto. Loro per un certo periodo hanno tentato un avvicinamento, volevano stemperare un po’ di opposizione, ma noi non siamo mai scesi a questi compromessi, né a Paola né tantomeno in Calabria

La Giovane Italia a Milano negli anni ’70

Avevate però fatto confluire il Partito Nazionale Monarchico nel 1972!

Diciamo che abbiamo avuto un avvicinamento, ma solo in campagna elettorale. I rapporti che avevamo con Achille Lauro erano ottimi, lui era nel Partito Monarchico, ma in realtà aveva posizioni più vicine al MSI

Almirante è mai venuto a Paola?

Certo. E veniva trattato da privilegiato, è venuto anche prima che divenisse segretario. Ma anche in quegli anni tornava con la stessa frequenza. Una volta era venuto a Belmonte Calabro in occasione della commemorazione di Michele Bianchi, esattamente il 10 febbraio 1969. Era una bellissima giornata, erano venute un migliaio di persone da ogni parte della Calabria. E ricordo che Almirante in quella occasione aveva detto: “questa è l’ultima che faremo”. E infatti quella commemorazione non è stata più ripetuta…

Ai Referendum per il Divorzio e l’Aborto avevate votato per il NO?

Esatto. Avevamo fatto anche lì una bella campagna a Paola, ovvio che la DC aveva una posizione simile alla nostra in entrambi i casi. Sul divorzio eravamo al corrente che il NO non avrebbe vinto, ma pensavamo che si dovesse fare per alcuni versi, c’erano anche varie situazioni complicate. Sull’aborto invece eravamo convintissimi di quanto fosse assurdo e sbagliato, tranne che per quello terapeutico. Oggi è diventato facile come farsi un’iniezione, e gli anticoncezionali cosa ci stanno a fare? Vedo ragazze abortire a quattro-cinque mesi, che crudeltà. Chi viene annientato è già una persona, anche se in “formato” piccolissimo!

Nel 1995 Fini inaugura Alleanza Nazionale con il Congresso di Fiuggi. Lei ha aderito?

No, affatto! Non avevo appoggiato Fini per un motivo: era stato eletto Segretario Nazionale qualche anno prima ma non ne avevo mai avuto un’immagine simpatica. Lo conoscevo, anche bene. Ancora mi meraviglio di come Almirante possa averlo ritenuto una persona “valida”. Fini sapeva fare solo i comizi, mettere insieme un certo numero di terminologie. Dopo ha fatto pure peggio, soprattutto in tempi recenti con la storia del riciclaggio con la compagna. Sono contento che Almirante non abbia visto tutto ciò (ride)

About Gianmarco Cilento

Collaboratore freelance per testate giornalistiche e Scrittore, mi occupo di Critica Cinematografica e Musicale. La mia prima pubblicazione "Peppino di Capri e i suoi Rockers" (Graus, Napoli, 2018) è stata ampiamente apprezzata da pubblico e critica

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