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Paola – Altra batosta chi ha chiuso le elementari: il Tar impone la riapertura

Non si placa la sequela di “sfortunati” eventi che stanno caratterizzando le ultime sortite amministrative di coloro che governano nella regione Calabria.

Dopo un recente pronunciamento negativo del Tar di Catanzaro, che prima della “manna” giunta grazie all’Ordinanza del facente funzioni Spirlì, aveva di fatto bocciato in via d’urgenza l’ordinanza di chiusura scuole emanata dal Comune di Paola, quest’oggi si registra un ulteriore passo indietro rispetto a ciò che è stato deciso tanto al Sant’Agostino, quanto nella Cittadella Regionale di Germaneto.

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Per l’amministrazione comunale del comune tirrenico si tratta dell’ennesima “anomalia” registrata in ambito gestionale, recentemente impantanata nell’ambito di “ordinanze” emanate, pubblicate, ritirate e ritrattate, che va a fare il paio con “lettere aperte” nelle quali sono stati stigmatizzati i comportamenti di coloro che – nel tentativo di far valere quello che è e resta un diritto – si sono rivolti alla giustizia per comprendere la bontà di un atto di chiusura non suffragato da quantificabili ragioni.

Nella fattispecie, il presidente della prima sezione del Tar di Catanzaro, Giancarlo Pennetti, si è espresso a favore di coloro che – patrocinati dagli avvocati Paolino Perrone e Nicola Cassano – avevano proposto un’istanza di annullamento, previa sospensione dell’efficacia, contro l’Ordinanza del Presidente f.f. della giunta regionale della Regione Calabria del 14 novembre 2020.

Ad essere contestata è stata la parte di Ordinanza in cui «è stata bruscamente ordinata sull’intero territorio regionale, dal 16 novembre 2020 a tutto il 28 novembre 2020, la sospensione in presenza di tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza, rimettendo in capo alle autorità scolastiche la rimodulazione delle stesse, e di ogni altro atto comunque connesso e/o consequenziale, ancorché non noto, nei cui confronti si fa riserva, sin d’ora, di motivi aggiunti».

«Considerato – sentenzia ancora il magistrato Pennetti – che il DPCM del 3/11/20, anche nei territori regionali più intensamente caratterizzati dal rialzo della curva epidemica per infezione da Covid 19, sconta la possibilità di effettuare attività didattiche “in presenza” nella scuola materna, in quella elementare e nella prima media […] Considerato che l’evidente conflitto tra l’atto impugnato -adottato appena otto giorni dopo l’entrata in vigore del sopramenzionato DPCM (cfr. art. 3 comma 4) e ben prima del lasso temporale minimo previsto dal Governo per le verifiche sull’andamento della curva- e le disposizioni del Governo ivi incluse quelle del Ministero dell’Istruzione, queste ultime (vedi cd. protocollo COVID e D.M. n.39 del 26/6/20 di approvazione del Piano Scuola 2020/21) […] Ritenuto viceversa che l’istruttoria posta a base dell’atto impugnato, oltre a basarsi su presupposti cronologicamente non lontani da quelli tenuti presente dal citato DPCM e dal successivo inserimento della Calabria in zona rossa […] senza certezza alcuna del nesso di causalità intercorrente fra lo svolgimento in presenza delle attività didattiche nella scuola materna, in quella elementare e media di primo grado (limitatamente al primo anno) e il verificarsi dei contagi […] conduce alla conclusione che la succitata correlazione e comunque -quand’anche esistente- la sua consistenza e distribuzione territoriale sembrano essere frutto d’una istruttoria procedimentale sommaria e carente […] Ritenuto sussistente il requisito del “periculum” avuto riguardo in particolare al grave pregiudizio educativo, formativo ed apprendimentale ricadente sui destinatari ultimi del servizio scolastico […] Accoglie la suindicata istanza di misure cautelari monocratiche provvisorie e, per l’effetto, sospende il provvedimento impugnato nei limiti dell’interesse dei ricorrenti».

La trattazione collegiale in camera di consiglio si terrà il prossimo 16 dicembre 2020, per il momento il decreto giudiziario è riferito “soltanto” agli istituti di Paola, Catanzaro e Reggio Calabria, frequentati dai bimbi i cui genitori hanno prodotto istanza.

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