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«Prigionieri della superficialità di altri». Diario di una quarantena arrabbiata

di Simona Nigro

Ho perso il conto dei mesi in cui non andiamo a mangiare una pizza fuori o corriamo tra le braccia dei nostri cari perché il virus è sempre lì e dobbiamo seguire le regole. Andiamo a lavorare ogni santo giorno senza fermarci a prendere un caffè con un’amica. I nostri figli non frequentano più la piscina o la scuola di danza. Passano le stagioni, le piogge e le giornate piene di sole ed ancora non siamo liberi di essere e di vivere.

Abbiamo il lavoro, fortunato chi continua ad averlo e così passiamo i giorni tra Natale Pasqua e primo maggio tra di noi che tanto dopo, quando andrà bene, sarà meglio.

Ed intanto muoiono persone, anche giovani. I nostri figli diventano dei soldati a scuola . Sono bravissimi.

Le maestre sono bravissime. Anche durante la DaD . Io non potrei mai insegnare a classi di bimbi che mi chiamano ogni due secondi “ maestra maestra”.

Laviamo le mani in maniera ossessiva. Tra un po’ passiamo l’igienizzante anche tra i denti perché le regole sono regole . Mia figlia mette la mascherina anche se deve dire ciao al nostro salumiere di fiducia da lontano.

E nonostante questo siamo in quarantena da una settimana perché altri se ne fottono delle regole. Perché fanno banchetti con sasizza e purpette.  Perché il senso di onnipotenza ha sempre rovinato il mondo.

E quindi ecco che ti scappano i positivi a scuola e come contatti  stretti arriva l’ordine di quarantena.

Quarantena sui bambini certo ma non hanno 18 anno, ne hanno solo 9 e l’adulto è indispensabile figura di cura, protezione, gestione delle giornate.

Ed ancora qui’ ligi obbediamo, stiamo a casa. Annullo i pazienti. Cominciamo la DAD. Ancora ed ancora.

E non puoi neanche andare al funerale del tuo amico che è morto che tanto lo guardi sui social.

Che mondo brutto.

La festa della mamma senza vedere la mia di mamma perché siamo chiusi.

Ma a sto giro non si impasta. Non si fanno le torte .

Non si fanno le video chiamate perché la rabbia è tanta.

Perché siamo prigionieri di una guerra non voluta. Prigionieri della superficialità di altri.

Paghiamo con la clausura le risate libertine  di chi si fa selfie sui social mentre si assembra come se non ci fosse un domani mentre noi andiamo a passeggiare in campagna perché il lungomare sembra la fiera del Santo Patrono che davvero cominciasse ad usare la verga.

C’è un incremento di stati d’ansia tra i giovanissimi preoccupante. Hanno paura di tutto.

La nostra quotidianità è repressa in normalità approssimativa in attesa di…

In attesa che le persone analizzino il loro senso di onnipotenza perché l’unica cosa qui di onnipotente è la spavalderia e l’ignoranza che ancora una volta prendono per i fondelli.

Ed allora per stare sollevati dopo il tempo previsto facciamo il tampone e grazie a Dio siamo negativi ma signori e signori esistono le varianti che prevedono un protocollo di quarantena più lungo. Anche se sei negativo. E restiamo a guardare da dietro una finestra la vita che scorre  aspettando che qualcuno dica “ tana libera tutti”.

Ma quello era un gioco. Questo no.

L’incoscienza non potrà mai esserlo.

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