di Franco Nigro
Ancora una volta mi vedo costretto a denunciare il disservizio e la confusione che il paziente è costretto a vivere quando si reca presso il nosocomio cittadino.
Ad oggi, nonostante la pandemia ancora imperante, nessun controllo viene attivato all’ingresso principale ( esempio la misurazione della temperatura ) ed una volta superato l’androne ci si ritrova immersi in un mercato tanto l’afflusso disordinato del piano terra che ospita reparti importanti e delicati come il punto vaccinale o quello dei prelievi.
Giustappunto lo stesso reparto ha apposto un cartello recante le indicazioni utili per il ritiro dei referti esclusivamente dalle ore 11,30 alle 13,10 ; come se tutti avessero a disposizione tempo e mezzi di trasporto a disposizione per rispettare l’orario indicato. Norme queste usuali di liberi professionisti e non di una struttura sanitaria nazionale che dovrebbe essere a disposizione del paziente a favore dell’utente che ” ha bisogno” e che invece si vede costretto a subire, anche per questo, infiniti intrecci burocratici ed incongruenze di servizio per mancanza di personale o deficienza organizzativa.
Ogni reparto annaspa facendo del suo meglio ed ahimè non basta a rispondere in maniera celere e appropriata a tutti i problemi dell’utenza.
Ogni reparto, anche quello più organizzato e ricco di alte professionalità deve ripiegare il proprio operato senza avere spazi strutturati adeguatamente lasciando alcuni servizi indispensabili come l’emodinamica, una prerogativa del privato.
Si assiste a passerelle di vanità durante le campagne elettorali che mai rispettano gli impegni assunti in cambio di voti.
Una classe politica che pecca di personalismo, tanto, e poca concretezza di ascolto reale e di aiuto concreto a questa terra disperata e ripiegata su se stessa.
Amara terra mia come uso ripetere citando il grande Modugno.
La nostra è una sanità malata e piegata da un governo che non l’ha mai resa atta a competere con gli standard nazionali. Non per ultimo di piccola di due anni contagiata dal Covid e costretta a raggiungere, inutilmente purtroppo, Roma in aereo per ricevere cure adeguate.
Potremmo cominciare nel nostro piccolo se chi deputato alla sicurezza sanitaria del paese pretendesse il rispetto delle regole magari facendo ispezioni improvvisate ed ammonendo chi non rispetta le regole come quelle degli assembramenti e dei mancati controlli anti covid.
Ed ancora una nota di amarezza riporto per l’immobilità della questione Terme Luigiane ferme ormai da 2 anni per un contenzioso tra lente gestore la Sateca e i due comuni Acquappesa e Guardia Piemontese .
Un contenzioso che ignora deliberatamente le famiglie dei 250 lavoratori rimasti a casa.
Un contenzioso che è diventato più un tiro alla fune a dispetto della reale importanza di una struttura come questa che ha riconosciute a livello Europeo le proprietà benefiche e curative.
Una struttura che richiamava turisti e utenti contribuendo anche al turismo di questa terra che seppur disperata resta di una bellezza unica e rara.
Alcun commissario nominato dal governo centrale ha preso decisioni ferme e risolutive.
In questa terra la moda è non vedo non sento non parlo
E se parlo, lo faccio a vanvera.