maria pia serranò

Paola – Presidenza e Consiglio di Stato: Serranò mette fine alle polemiche

Le inutili e sterili polemiche di questi giorni, sorte in seguito al pronunciamento del Consiglio di Stato in merito al ricorso proposto al Tar di Catanzaro dai tre consiglieri comunali dl PD (Di Natale, Donato e Sciammarella) contro la procedura che ha portato all’elezione del nuovo Presidente del Consiglio di Paola, quest’oggi – si spera – dovrebbero essere messe a tacere grazie all’intervento di Maria Pia Serranò.

Da sempre incline al dialogo e al confronto, in più di un’occasione capace di disinnescare sul nascere ogni sorta di diatriba interna alla massima assise cittadina, la Presidente Serranò questa volta si espone in prima persona, per ristabilire l’equilibrio tra le parti e continuare ad affermare il proprio rispetto nei confronti delle sentenze e dell’operato della magistratura.

Ovviamente incline a difendere la propria posizione, sapientemente patrocinata dall’Avvocato Antonio Torchia (nella fattispecie difensore del Comune di Paola nella controversia giudiziaria), la Serranò allontana ogni sospetto ventilato sulle procedure che, tuttora, le stanno consentendo di dirigere i lavori consiliari dallo scranno più alto dell’aula “Lo Giudice”, e lo fa con il garbo e l’imparzialità che da sempre hanno connaturato la sua azione politica.

«Seguendo lo spirito di servizio che ha sempre caratterizzato il mio agire politico – si legge nella nota della Presidente – ho voluto chiarire, con il professionista incaricato dal Comune, la portata dell’articolo 55, citato dal Consigliere Di Natale nell’ambito delle sue considerazioni in merito al recente pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha rimandato al Tar di Catanzaro la decisione riguardo la procedura di elezione della Presidenza del Consiglio Comunale di Paola.

L’avvocato Torchia ha riaffermato che i provvedimenti impugnati sono validi ed efficaci e non risultano sospesi. 

Non a caso, il citato articolo prevede che quando il Giudice di Appello intenda riformare il provvedimento di primo grado, indichi le motivazioni per cui procede alla riforma. Motivazioni che, nel caso di specie, non sono presenti nel provvedimento reso in appello.

Dispiace che ancora una volta, i colleghi consiglieri – conclude Maria Pia Serranò – invece di discutere dei problemi della nostra comunità, intendano agitare il vessillo della legalità senza costrutto e senza fondamento giuridico».

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