paola elezioni 2022

Paola – Nella campagna elettorale non sono mancati toni forti e sboccati

In fondo, quella che si è appena esaurita nella sua parte “pre-ballottaggio” (eventualità da considerare, viste le 5 candidature in campo), è stata una campagna elettorale al di sotto delle più fosche previsioni, che davano come probabile una “shitstorm” lunga almeno un mese, che si sarebbe dovuta abbattere su Paola a cavallo tra il maggio e giugno in questo 2022 di elezioni.

A dire la verità, di fango ne è piovuto, ma non nella quantità – almeno dai palchi comiziali – che era attesa.

Isolando il picco delle precipitazioni inzaccherate, balza spontaneo il giorno della “chiusura”, quando l’alternanza di 5 coalizioni in un unico spazio condiviso, ha generato le condizioni per il “botta e risposta”.

Deflagrato nel corso di un faccia a faccia in differita, con un candidato al consiglio che s’è rivolto ad un aspirante primo cittadino dicendogli: «ma che cazzo di sindaco devi fare?»; lo stato di “tregua armata” cui s’era assistito fino a quel momento è praticamente evaporato.

Da tutte le parti, nessuno è stato risparmiato dagli schizzi, come un sacco di letame lanciato contro un ventilatore, non c’è stato concorrente che non abbia avuto il suo. Qualcuno addirittura ha iniziato a meditare contromisure opportune all’offesa ricevuta, senza scartare la possibilità di adire le vie legali, tanta è stata la gratuità e la gravità delle affermazioni.

D’altronde s’assisteva all’ultimo giro di valzer, nel quale ognuno ha cercato di dare il meglio o il peggio di sé.

C’è stato il rimpallo tra “Pippo Baudo” e “Gargamella”, s’è ventilata la presenza di burattinai e pupazzi, è stato messo in scena il solito teatrino di nomignoli che prosegue nel solco dell’Anatra Zoppa, Superman, del Gambero, della Smemorata di Collegno, della Fata Smemorina, di Attila e Saddam Hussein, e chi più ne ha ne metta. Uno spettacolino ormai consunto al quale quest’anno si sono aggiunti Wanna Marchi “al maschile” e i “ciucci di Troia”.

Un vero tripudio, di epiteti e aggettivi! Alla faccia della continenza.

C’è stato il candidato che, con tono d’ammonimento, s’è meravigliato della reazione che i cittadini hanno avuto dinnanzi alla visione di Paola allagata, dicendo che «si sono presi il lusso» di fare foto e video. Come se riprendere lo scempio e indignarsene, fosse un “lusso”, magari da tassare, che i paolani si sono concessi quando tra Commissariato, Stazione e Ufficio Postale sarebbe stato necessario muoversi col canotto. Una bella considerazione dei cittadini, non c’è che dire. Dallo stesso pulpito da cui sono state espresse queste considerazioni sulla libertà di espressione dei cittadini, ha poi parlato chi della caratterizzazione grottesca dei propri avversari ha fatto un’arte.

Nel corso di questa tornata, quella degli “sciacalli” è stata senz’altro la categoria più “elasticizzata”, capace di espandersi nel numero di esemplari ad ogni appuntamento, perché in grado di includere chiunque abbia nutrito e manifestato dubbi sulla narrazione proposta. Un’accusa, questa di “sciacallaggio”,  reiterata anche in commenti messi per iscritto su spazi accessibili al pubblico, come bacheche virtuali e siti d’informazione, espressa con termini dal significato altamente diffamatorio e lesivo dell’onorabilità delle persone e dei professionisti attaccati.

Tutte cose che, a quanto pare, potrebbero anche convergere in controversie giudiziarie, perché da più parti si stanno valutando azioni a tutela dell’immagine, pubblica e privata, di chi ha percepito di essere stato tirato “in ballo” gratuitamente e con violenza.

A quando un appuntamento elettorale non contraddistinto dal bullismo?

Forse, a partire dalle 14.00 di oggi, una risposta a questa domanda potrebbe giungere.

Buono spoglio a tutti.

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