lungomare paola cs

Paola: “Waterfront”… “WTF”!?! Ma perché il Lungomare sta così inguaiato?

Oggi, 20 Giugno, il mare di Paola è uno spettacolo. Le foto che piovono dai social mostrano un’acqua cristallina sulla quale chi galleggia dà l’impressione di volare.

Bello dappertutto, tra le vie lastricate del centro storico e nei vivai delle piazze – vivificate più che altro dalla frenesia elettorale crescente – tra le frescure del Santuario (almeno quelle non arse dagli incendi che di recente hanno lambito il monastero delle claustrali Minime), fino alla Marina brulicante di persone e di macchine appaiate a schivarle: è tutto coerente con l’immagine di una cittadina “a vocazione turistica”.

D’altronde, siamo al 20 Giugno, la stagione che fa di Paola una meta per villeggianti e vacanzieri è già entrata da un pezzo.

Eppure, qualcosa non torna. Perché passati i “tre ponti”, ovvero gli archi che separano la Marina dal Lungomare, lo scenario smette di aderire perfettamente all’idea maturata fino a quel punto.

L’incanto si spezza. L’aspettativa è tradita.

Lungo i quasi due chilometri che separano la “rotonda lato San Lucido” da quella “Lato Fuscaldo”, di tutta quella vitalità espressa fino all’ermo colle su cui corrono i binari, non c’è traccia.

Nessun carosello, nessuna difficoltà nel trovare parcheggio, nessun odore d’abbronzante nell’aria, di musica intorno solo qualche eco lontana.

Gente presente, come un lunedì qualsiasi, a passeggiare, a correre e a pedalare, però – visto che siamo in estate – attraversata ogni tanto da qualche ombrellone ancora aperto e così salito dalla spiaggia, frequentata quel tanto che non basta per rientrare nei crismi della “prova costume”, perché del tutto insufficiente per una realtà che aspira al titolo di “perla del Tirreno”.

Inutile fare parallelismi con altre località, sono solo deleteri.

Paola è un caso a sé, perché sulla costa tirrenica cosentina non c’è traccia di uno stravolgimento come quello realizzato nel momento in cui il Lungomare “San Francesco di Paola” è divenuto “Waterfront”.

Erano i bei tempi della risolutezza, quando pur di far quadrare conti e spazi, si prevedevano parcheggi nel rilevato ferroviario e punti di relax con chitarristi già inclusi, palmizi d’altri mondi e piste ciclopedonali senza fine, wifi a tutto spiano e mobilità al top. A distanza di cinque anni, di quel prospetto fantastico – costato 300mila euro di cui il Comune non disponeva – è rimasto lo “sfregio” di un asse viario che da “dritto” si è trasformato in kartodromo, una verniciata su asfalto a segnalare la presenza di una pista dove pedoni e ciclisti convivono su strisce rosse e celesti, 30mila euro di “attrezzatura sportiva” distribuite su un’area che – dovesse farsi il Porto – è già “cantiere”, qualche consiglio fitness appeso qui e là sui lampioni di un marciapiede con parecchie sconnessioni, qualche vaso “superstite” dei tanti cementati con l’intento di veder fiorito il balcone a mare della Città, un’infrastruttura sempre allagata quando piove più del normale, che infine collassa nello “squarcio” aperto nel punto mediano del corrimano, dove il “lato nord” è appena al suo inizio. Una vera “miseria”, contro la quale ha lanciato il suo appello un imprenditore del posto che, stanco della mancanza di attenzione e dell’inerzia nell’intervenire, si è così “proposto” su Facebook: «Che dire 20 giugno lungomare all’abbandono stabilimenti chiusi la sera… Cosa vogliamo di più della nostra amata Paola… Chiedo per me per i miei clienti per tutti i cittadini Paolani che amano Paola… Se mi autorizzate ” a mie spese ” sistemo il tratto del lungomare adiacente al mio locale… Aggiungo anche…  se mi autorizzate metto piante verde e panchine comode a mie spese… il lungomare ha bisogno di luce di calore e colori… Io ci sono se mi autorizzate farò rivivere quel tratto di lungomare adiacente al mio locale».

Un appello che rappresenta lo stato d’animo di un’intera categoria, che al momento sta vivendo una stagione molto al di sotto delle attese, forse però in linea con gli standard che la cura del territorio sta esprimendo. Soprattutto dalle parti del Lungomare, che sembra quasi avulso dalla pianta urbana cittadina, ferma – a quanto pare – al terrapieno si cui scorrono i tanto decantati binari del progresso e dello sviluppo.

In definitiva: “Waterfront”, ma WTF?????? Chi lo vede?

 

*In testa un mosaico di immagini condivise dallo stesso utente autore dell’appello su Facebook.

About Redazione

Check Also

maria pia serranò

Paola – «Siete in linea con il comune» ma non col sindaco

«Siete in linea con il Comune di Paola. Se conoscete l’interno, digitatelo ora, oppure digitare: …

Rispondi