«L’anno scorso ho suonato la prima campanella d’allarme». Così il capogruppo di “Paola Cuore Azzurro”, Josè Grupillo, nel corso dell’ultimo consiglio comunale aperto sull’alta velocità, ha stigmatizzato la situazione venutasi a creare nell’ambito dei progetti con cui, Rete Ferroviaria Italiana, intende ridimensionare il comparto ferroviario cittadino per ridurlo a semplice scalo di treni “ad alta capacità”(cioè a dire “treni merci” da 750 metri di lunghezza media).
«Ho iniziato a gridare “al lupo, al lupo” sin dai mesi di aprile e maggio del 2021 – ha proseguito Grupillo – mediante articoli pubblicati dalla stampa, dopodiché insieme all’allora sindaco ed al capogruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella, Antonio De Caprio, ci siamo recati dall’assessora regionale Nunzia Catalfamo, per rappresentare le criticità di un progetto che all’epoca era soltanto all’orizzonte. Nonostante la disponibilità al dialogo, in seguito la questione si è arenata, perché qualcuno ha voluto fare il capo dei “Power Rangers” e con i suoi “Power Rangers” ha cercato di spostare il discorso su altri argomenti. Io non voglio entrare nel merito perché non mi va di parlare degli assenti, però è giusto che la Città sappia che qualcuno ha cercato di fermare quello che oggi è successo».
Per un “qualcuno” che si è impegnato per fermare il progetto, c’è però stato un altro “qualcuno” che ha giocato con le sorti di Paola improvvisandosi supereroe (di una banda nota soprattutto ai bambini). Grupillo non ne ha detto chiaramente il nome, ma tutti gli indizi conducono verso colui che, all’epoca dei fatti, imperversava in ogni dove nelle sue vesti di consigliere regionale “impegnatissimo” per il territorio, vale a dire Graziano Di Natale.
Dovrebbe infatti essere lui “l’assente” di cui si è parlato, il capo dei “Power Rangers” che oltre un anno e mezzo fa mise la sordina all’iniziativa dell’alfiere di “Paola Cuore Azzurro”, che in tutti i modi stava tentando di evitare che la città del Santo perdesse un altro pezzo del suo prestigio territoriale e della sua importanza strategica sul fronte del trasporto su rotaia.
Di Natale, che ancora oggi si fa pubblicità con note stampa al vetriolo, tese a rendere digeribile il raddoppio del tunnel Santomarco e la spoliazione dell’alta velocità sul territorio, confidando nell’impegno di RFI ed Italferr ad implementare con altre infrastrutture la costa tirrenica cosentina.
Tuttavia, considerando che l’opposizione agli attuali piani ferroviari trae spunto dai timori legati all’impatto ambientale dell’opera, ai costi da sostenere per ciò che riguarda la chiusura di attività produttive, all’espropriazione di terreni e case presenti nella zona del futuro cantiere, ma anche e soprattutto alla salubrità delle condizioni che andranno a crearsi una volta che inizieranno i lavori (che prevedono anche l’installazione di sottostazioni elettriche nei pressi del centro abitato), ogni ipotetico vantaggio paventato dall’ex consigliere regionale, viene a cadere.
Tant’è che il consiglio comunale aperto (partecipato anche dai sindaci di Falconara Albanese, Fuscaldo, Montalto Uffugo, Rende e San Lucido) svoltosi a Paola lo scorso 17 agosto, ha sonoramente bocciato questa teoria, arrivando a deliberare – all’unanimità – un atto di formale dissenso da opporre alla Conferenza dei Servizi avviata da RFI lo scorso 3 giugno (della quale ieri, 18 agosto, sono scaduti i termini).
Sempre a proposito della società che gestisce la Rete Ferroviaria Italiana, c’è da aggiungere che già 3 giorni fa sul sito della società Italferr (Gruppo Ferrovie dello Stato), è stato reso disponibile un documento – datato al 22 agosto prossimo – che dando già per scontato l’esito della Conferenza dei Servizi, avvia formalmente l’iter per il “procedimento volto all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e/o asservimento delle aree occorrenti e alla dichiarazione di pubblica utilità”.
Questa la cronaca dell’ultimo consiglio comunale paolano, proposta in un articolo pubblicato sul sito de LaC News24:
«Nel silenzio di tutti i consiglieri eletti tra le fila della maggioranza, il confronto in aula è stato condotto grazie ai contributi dei vari primi cittadini, con Pietro Caracciolo da Montalto Uffugo che – in controtendenza rispetto ai suoi colleghi e al resto dell’aula – ha elogiato l’attuale progetto, attirando su di sé le ire dell’intera sala consiliare, riportata alla quiete grazie alle repliche degli esponenti della minoranza, dei referenti dei vari comitati sorti a tutela delle istanze popolari e, soprattutto, degli imprenditori e degli abitanti della zona “Pantani”, che a breve potrebbero vedere stravolte le proprie abitudini.
Tante le preoccupazioni riproposte all’attenzione dei referenti istituzionali, da quelle connesse all’impatto ambientale a quelle inerenti i rischi per la salute, a detta di molti messa a repentaglio dalle procedure che saranno attuate per l’escavazione della montagna (sotto la quale pare insistere un sedimento di amianto naturale) a fino alla collocazione delle sottostazioni elettriche funzionali a “spingere” i lunghissimi convogli destinati a raggiungere l’entroterra. Quest’ultimo aspetto è stato il cardine di molti interventi, col capogruppo di Rete dei Beni Comuni – Andrea Signorelli – che ha espresso forti perplessità sulla reale natura della linea che verrà posta in essere, a quanto pare «fondata sul principio dell’alta capacità – ha detto il consigliere – e non su quello dell’alta velocità». In poche parole, secondo le proiezioni, il tirreno cosentino sarà prossimamente attraversato, quotidianamente, da almeno 13 convogli “merci” composti da 750 metri di vagoni (alta capacità), che sfrecceranno senza sosta lungo il litorale, per raggiungere e ripartire dal porto di Gioia Tauro. Un’eventualità paventata anche dal comitato popolare Santomarco, che temendo il ridimensionamento della stazione ferroviaria di Paola, ha riproposto all’attenzione dei presenti il progetto già deliberato nel 2012, «meno impattante sul piano ambientale – hanno fatto sapere i referenti – e più razionale nella sua realizzazione, perché non prevede di sventrare il Pollino e la catena costiera (così come invece intende fare RFI, “piegando” i binari dell’alta velocità all’altezza di Praia a Mare per dirottarli nell’entroterra fino a Tarsia, ndr) e soprattutto non penalizza il tirreno cosentino».
Molto pragmatico anche il sindaco della città del Santo, Giovanni Politano, che è riuscito nell’intento di fare sintesi tra le varie istanze, proponendo infine il documento che è stato votato all’unanimità dell’aula.
«Con questo atto ci proponiamo di interrompere l’iter avviato da Rfi – ha detto il sindaco di Paola – ed è molto confortante sapere che si tratta di un documento condiviso da un’intera porzione della provincia di Cosenza. Qui non si tratta di difendere gli interessi di Paola o San Lucido bensì quelli di tutto il territorio, che potrebbe subire conseguenze nefaste ad ogni livello. Ora ci aspettiamo che Rfi ci ascolti e che le cose possano cambiare nel verso migliore per tutti. Nessuno qui è contrario all’alta velocità ferroviaria – ha concluso Politano – però è necessario che tutti siamo d’accordo sul modo per impiantarla senza che i costi, in termini ambientali e di salute, vadano a superare i reali benefici dell’infrastruttura».
Ora non resta che attendere le prossime mosse di Rete ferroviaria italiana.