In vista del cruciale appuntamento da cui dipenderà il futuro prossimo del partito che, in Italia, è percepito come il più rappresentativo del centrosinistra, le componenti che localmente ne fanno parte, hanno preso a schierarsi a favore dei due candidati rimasti in lizza per la carica di segretario generale.
A Paola, dove il PD è quasi ormai una costola della sua costola (il movimento “La migliore Calabria” siede in consiglio comunale, il partito democratico no), la contesa tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein è un tema che ha ripreso ad appassionare qualcuno.
I tesserati storici, quelli che hanno vissuto la politica sia intesa come appartenenza che come militanza, sono tornati a far sentire la propria voce, con ben 6 voti che – nel primo dei due appuntamenti di queste primarie – sono andati a favore della candidata Schlein, a testimonianza di un’apertura al cambiamento radicale che, invece, non sembra appassionare la maggior parte degli altri iscritti, che in massa hanno votato per l’ex presidente dell’Emilia Romagna.
«Per quanto possano sembrare pochi, uno di quei sei voti è il mio, e so che è importante». Così, a caldo, il dottore Cosmo De Matteis ha commentato l’esito dello scrutinio. «Quando dico che il mio voto è importante, non intendo affatto sminuire quello degli altri, che tra l’altro è soverchiante rispetto alla mia scelta, dico che è importante perché rappresenta una testimonianza, un’ambizione diversa rispetto ad una massa che, ahimè, pur restando numericamente maggioritaria, si fa sempre più risicata. Il PD a Paola necessita di avere altre occasioni – prosegue il camice bianco – e quelle sei preferenze ad Elly Schlein sono il tentativo di ambire ad un’altra condizione. Noi siamo quelli che vorrebbero stare in mezzo alla gente e non al chiuso delle sezioni vuote. Per noi, per il prossimo cruciale round di queste primarie, sarebbe opportuno allestire un gazebo in piazza, di modo che i cittadini possano partecipare di una scelta che, comunque, determinerà il valore del contrappeso con cui mettere in equilibrio i piatti di una bilancia che, in Italia, sta propendendo in maniera sempre più preoccupante verso destra. Votiamo Shlein perché è già di per sé un cambiamento, la speranza di un atteggiamento diverso, che non sia ostaggio dei signori delle tessere, che con le loro campagne speculative hanno svuotato il partito delle persone per riempirlo di carta straccia da usare a proprio uso e consumo. Votiamo Schlein – ha concluso De Matteis – per non vedere più il PD assoggettato alla carriera politica di chicchessia, ma per saperlo impiantato nella società, radicato nei principi del senso civico e del vivere comune. Domenica mi auguro che l’adesione a queste primarie possa definirsi incoraggiante, così come confido nel fatto che dalle urne uscirà comunque un nome che, in ogni caso, sarà il mio segretario».
Sollecitato sull’ambito paolano, dove il PD non compare ufficialmente nella maggioranza di governo, ma di fatto governa e siede in giunta insieme a componenti (anch’essi senza galloni ufficiali) di Fratelli d’Italia, il dottor De Matteis – già assessore ai tempi del sindaco Antonella Bruno Ganeri – ha chiosato amaramente: «viviamo un tempo nel quale la chiacchiera e la curiosità si sono fatte prioritarie, dove l’appartenenza agli ideali ha la stessa consistenza del fumo negli occhi. Chi oggi si dice di destra, domani lo si ritrova a sinistra, chi pareva di centro, si riscopre reazionario in nome di qualche preferenza, chi un tempo faceva il rivoluzionario, oggi siede accanto a chi non disdegna la camicia nera come carattere distintivo. Paola non fa eccezione, anzi, forse estremizza ancor di più questi concetti, che trovano poi sbocco nell’inerzia che caratterizza la realtà che ci circonda, dove l’argomento principe non sono gli strafalcioni amministrativi commessi da chi è stato in grado di inviare bollette anche ai defunti, ma la caccia ad una maschera che con i suoi post sul web ha espresso opinioni, condivisibili o meno, censurabili o più, ritenute infamanti. Ebbene, nello specifico di questa circostanza, mi preme intervenire per chiarire, una volta per tutte, che l’infamia è doppia quando chi ritiene di averla subita, la proietta sugli altri. In questi giorni sto sentendo circolare nomi e cognomi di persone che conosco, le quali vengono associate ad una presunta operazione di identificazione circa un utente anonimo che, sui social network, si sarebbe reso autore di pubblicazioni dal carattere diffamatorio. Guarda caso tutte persone appartenenti ad un gruppo politico che incarna i tratti più caratteristici del centrosinistra, persone che stanno dando vita al progetto più interessante, sul piano attuativo, per il recupero dei consensi dispersi in anni e anni di scelte sbagliate, sia in campo amministrativo che su quelli consiliare e rappresentativo. Questo non è ammissibile, soprattutto quando poi è assecondato da personaggi compiacenti, che non si fanno scrupolo dei disagi che possono arrecare quando lanciano uno stigma, sugli effetti che ciò comporta nella vita sociale e privata di chi, allo stato attuale, è comunque persona senza macchia. Confido in un ravvedimento e in un abbassamento dei toni».