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Mortalità giovanile e oncologia: un’analisi allarmante (di Cosmo De Matteis)

Un periodo difficile per la salute mentale e fisica

Oggi viviamo un periodo molto strano. Lo stress e l’ansia hanno invaso le nostre giornate. Nei nostri piccoli comuni ci si conosce quasi tutti e la consuetudine di affiggere manifesti mortuari in determinate bacheche porta ciascuno di noi a leggere questi tristi annunci. Col passare degli anni, chi ha una certa età si è reso conto che quegli annunci mortuari sono notevolmente aumentati e che sempre più spesso si tratta di soggetti giovani.

Un’analisi allarmante sulle neoplasie

Nel 2010, con i colleghi medici di famiglia, ci eravamo resi conto, grazie all’uso dei computer, che ogni singolo medico aveva in carico numerosi pazienti con patologie oncologiche. Decidemmo di fare un semplice studio, senza carattere di scientificità, per verificare quanti pazienti fossero affetti da neoplasie, quale tipo di neoplasia, età e sesso, ossia una foto dello stato oncologico in quel periodo. Questi dati furono forniti a un ricercatore amico dell’università di Cosenza, che li elaborò. Con nostra grande sorpresa, da questo esame empirico risultò che Paola in quel momento aveva una mortalità giovanile maggiore del dato nazionale.

L’impatto della nave dei veleni

La ricerca venne alla luce in un momento particolare, ossia quando si era scoperta la famosa nave dei veleni. La stampa diede grande risalto allo studio, ripeto non scientifico, che, contestualmente alla grande mobilitazione per ricordare il comandante De Grazia, avvelenato per far sparire le sue ricerche, culminò con la presenza di oltre ventimila persone alla manifestazione di Amantea. Questo evento smosse la sonnecchiosa politica, che come al solito promise il suo impegno di ricerca. Tuttavia, il tutto si limitò a delle ricerche nel fiume Savuto di Amantea, dove vi erano diverse testimonianze di casi di tumori, e alla verifica di un relitto navale vicino Cetraro, sul quale non dico nulla, ma che molti di voi conoscono.

L’assenza di risposte e di azioni concrete

L’unico impegno positivo fu la creazione di un registro dei tumori, cosa richiesta dalla società civile. Purtroppo, a distanza di anni, non abbiamo alcuna notizia. In questi ultimi anni, stiamo tutti assistendo a frequenti casi di mortalità. Molti amici, memori di quella ricerca, mi pongono domande. È indubbio che le patologie neoplastiche siano diventate una delle principali cause di morte e che colpiscano persone relativamente giovani. Tutti noi paolani abbiamo assistito alla morte di interi nuclei familiari, sempre per tumori, recentemente. Altre famiglie stanno affrontando queste patologie.

Un territorio inaspettatamente colpito

Sembra strano: il nostro territorio dovrebbe essere privo di fattori inquinanti. Non ci sono industrie, l’inquinamento da carburanti è insignificante rispetto a quello di una grande città. Mare, sole, montagne verdi eppure le neoplasie aumentano. Non c’è una famiglia che, direttamente o indirettamente, non abbia affrontato questo nemico, con alterne fortune, compreso lo scrivente. Mentre abbiamo concittadini centenari, ricordo di aver avuto tra i miei assistiti la donna più longeva della Calabria, morta a centodieci anni, le giovani generazioni hanno purtroppo una maggiore incidenza di queste malattie.

La drammatica situazione degli ospedali

Basta andare nel reparto di oncologia del nostro ospedale per rendersi conto della tragedia che stiamo vivendo. Nonostante il dramma di tanti ammalati, il sistema sanitario gratuito e universale viene sottofinanziato, mentre spudoratamente viene sovvenzionato il privato, in particolare al nord. L’Italia, che in passato era tra le prime per il sistema sanitario, è rapidamente scesa in graduatoria. Il governo punta alle assicurazioni, oltre che sulla casa, anche sulla salute.

Preoccupazioni per il futuro

Con l’autonomia differenziata, dimentichiamoci i viaggi per curarci nelle altre regioni; ogni regione farà fronte solo ai suoi residenti. Mentre i nostri ospedali, già oggi carenti, e ciascuno di voi lo sa sulla propria pelle, nonostante gli annunci periodici dei politici sull’arrivo di questo o quel nome del grande cattedratico, non risolverà nulla, essendoci la fuga di medici e infermieri, la scarsa strumentazione e, in alcuni casi, la scarsa professionalità di chi è stato messo negli ospedali dal politico di turno, spesso incapace, arrogante e commerciante.

Una società che si fa abbindolare

Voglio inoltre segnalare l’uso ormai diffuso in molti ospedali della visita privata per il successivo ricovero. Certo, il mio non è un quadro confortante, ma la colpa è di gran parte della società, che si fa abbindolare dagli slogan dei politici che mentono sapendo di mentire, dicendo che viviamo nel paese più bello del mondo. Nel frattempo aumenta l’uso di ansiolitici e antidepressivi, con la famosa frase: “Io speriamo che me la cavo“.

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