di Asmara Bassetti
A poco più di una settimana dalle elezioni comunali del 25 e 26 maggio, il movimento civico Libera Scelta, guidato dal candidato a sindaco Tonino Cassano, è tornato ieri in piazza del popolo per un partecipato comizio. Ogni candidato intervenuto ha delineato una visione alternativa della politica locale, fondata sull’idea di servizio alla comunità.
Francesco Frangella, nel suo intervento d’esordio in campo politico, ha scelto una metafora forte per raccontare le motivazioni che l’hanno spinto a scendere in campo e affiancare Tonino Cassano, parlando di un paese all’ombra di una montagna, dove gli abitanti vivono privati della luce del sole, e un uomo un giorno decide di salire su quella montagna, portandosi un cucchiaio per iniziare a spostarla, “poiché indipendentemente dai mezzi, se nessuno fa niente, la montagna resta dov’è e noi continuiamo a stare come stiamo”. Io sono qui perché ho visto quest’uomo – riferendosi al candidato a sindaco – spostare un pezzo di quella montagna quando ha avuto l’opportunità di poterlo fare», ha detto Frangella, ricordando il periodo in cui Cassano lavorava in comune, e i benefici percepiti dai cittadini, come l’abbassamento delle tasse. Frangella ha poi criticato la fretta con cui si è tornati alle urne e la scarsa credibilità di candidati pluriconosciuti per il passato politico poco coerente. «Affinché un cambiamento possa essere definito tale, bisogna accettarne la necessita, se non ne sentiamo il bisogno, il cambiamento non avviene» e conclude «È la parola che fa l’uomo, e Tonino è un uomo di parola».
Giampaolo Calabrò, pur non essendo in lista, ha voluto dimostrare l’appoggio a Libera Scelta con un suo intervento, ricordando tra le altre cose anche la poca coerenza del candidato a sindaco Andrea Signorelli della lista “Riparte il futuro”, con il quale aveva intrapreso un percorso politico nel 2015, con nascita di “Rete dei bene comuni”, che si era presentato alle elezioni nel 2017 e del 2022. «Abbiamo fatto opposizione, abbiamo proposto un modo diverso di fare politica, un metodo che cercava di andare a fondo ai problemi, siamo riusciti a creare una piccola comunità di persone al servizio della grande comunità – e sottolinea – e dietro ogni intervento al consiglio comunale, non c’era il lavoro di un singolo, ma quello di una squadra, di una comunità», ha detto puntando il dito sull’operato di Signorelli. «Non si può parlare di rinnovamento mettendo in lista persone che hanno avuto responsabilità in precedenti amministrazioni, aspramente criticate in questi anni, parlando di rinnovamento».
Ha tracciato invece un quadro critico dello stato della città Ottaviano Meoni: «Paola non è cresciuta, è invecchiata», ha affermato, parlando della necessità di “fare i cento passi” – nominati da Cassano durante un confronto in diretta con gli altri candidati avvenuto nei giorni scorsi negli studi di Ten – per avere mare pulito e servizi migliori, ribadendo che è troppo facile bollare come retorico chi vuole cambiare le cose. Ha criticato le incoerenze di chi “parla di rivoluzione” candidando nomi che hanno attraversato schieramenti opposti, e ha ricordato episodi che hanno mostrato ostilità verso alcune associazioni locali, che a volte si vedono costrette a sostituirsi all’amministrazione, come il rifiuto del permesso per celebrare il 25 aprile dello scorso anno, poi revocato. Ricordando la giornata di ieri contro l’omolesbotransfobia, sul tema dei diritti, ha citato un’aggressione omofoba avvenuta due anni fa a Longobardi, sottolineando come la politica debba difendere la libertà e l’identità delle persone.
Argomento citato anche da Tonino Cassano, che ha affrontato soprattutto temi amministrativi e di bilancio, ma iniziando il suo intervento ricordando che nonostante l’omosessualità sia stata esclusa dalle malattie mentali 35 anni fa «il cammino contro le discriminazioni è ancora lungo», senza dimenticare di invitare i presenti ad andare a votare al referendum del l’8 e 9 giugno. «Alcuni pensano che la politica sia proprietà privata, quindi per alcuni abbiamo invaso un terreno che era di altri. Ma abbiamo aspettato fino alla fine di creare qualcosa insieme, e non avendo trovato sintonia, siamo andati avanti da soli, anche se soli non lo siamo». Sul fronte della trasparenza, ha attaccato chi «fa politica con più piedi in più scarpe», e ha criticato chi, ora, si pone come oppositore ma ha votato bilanci e beneficiato di nomine. Ha denunciato l’uso strumentale del potere, ricordando che «quelle persone che ora bussano per avervi fatto un favore, sono la causa del vostro problema».
Il suo intervento ha toccato anche turismo, cultura e politiche sociali, dal recupero dei reperti archeologici alla gestione trasparente dei contributi alle associazioni. Infine, ha affermato: «Siamo certi di non avere grosse responsabilità di quello che troveremo in comune, e non perderemo nemmeno un minuto a cercare il colpevole, ma solo soluzioni».