PasParTu: viaggio alla scoperta dell’ospitalità

Una cartina a portata di mano, scarpe comode ai piedi, un bagaglio leggero sulle spalle, e tanta voglia di visitare il nostro territorio, per imparare a conoscere ogni posto d’Italia, puntando sulla fiducia e l’ospitalità, anche se si fermano solo una notte. Si presentano così Anna Rastello e Riccardo Carnovalini, incontrati e intervistati presso l’Arci di Paola Piera Bruno, che partiti da Torino, stanno mettendo in atto dal 2012 il loro progetto “PasParTu”, ovvero Passi – quelli percorsi e da percorrere per congiungere persone – Par, Parole – per descrivere ambienti e racconti – e Tu – per mettersi completamente nelle mani dell’altro – .

Un cammino rigorosamente a piedi, senza meta, senza desideri, se non quello di dimostrare che è possibile creare una rete di ospitalità in Italia, anche se la persona che abbiamo di fronte è un perfetto sconosciuto. Nessuno degli ospitanti infatti conosce Anna e Riccardo, se non attraverso una rete, un filo invisibile che inevitabilmente collega tutta l’Italia, e tesse pian piano una trama, una in ogni stagione, per tutte le stagioni dell’anno. Hanno solo tre regole che si sono imposti di seguire: percorrono ogni giorno da un minimo di 20 a un massimo di 40 km, senza tornare sui loro passi; ogni ospitalità deve durare solo una notte; se chi li ha ospitati per ultimi, non riesce a trovare un contatto per permettere loro di sostare il giorno successivo, il viaggio si interrompe. Ma prima che ciò si verifichi, hanno comunque un’altra possibilità: lanciare un “sos” sulla pagina di facebook di PasParTu, e chiedere a chi li ha già ospitati, o semplicemente a chi è iscritto alla pagina, di aiutarli a trovare qualcuno che li accolga per una notte.

I nostri coraggiosi amici, non sono nuovi a questi tipi di percorsi: Riccardo ha infatti iniziato a percorrere i suoi lunghi cammini circa 35 anni fa, non solo in Italia, ma anche in Europa, mentre Anna da 4, e questo che stanno mettendo in atto ora non è altro che «frutto di progetti passati che si sono inevitabilmente intrecciati con questo attuale».

Il loro intento è quello di camminare 7 settimane – numero della completezza, dell’equilibrio – per ogni stagione, quindi 49 giorni di seguito – 7 giorni per 7 settimane – per poi attendere l’arrivo della prossima stagione e recarsi – in treno – alla tappa suggerita dall’ultima famiglia, o associazione, che li aveva accolti, e ripartire.

Iniziando da Torino, arrivano fino a Selci Lama, in Umbria, nella prima stagione, quella estiva. In quella invernale invece, da Selci Lama, avevano attraversato il territorio fino a Melfi, in Basilicata, mentre l’autunno li ha visti percorrere le strade da Melfi fino a Villa San Giovanni. Questa è l’ultima stagione, quella primaverile, partita ufficialmente da Villa San Giovanni il 12 marzo, che ancora oggi li vede percorrere il nostro territorio calabrese, tra paesaggi marini e montani, che affascinano i nostri avventurieri, che solo in questi 15 giorni, hanno camminato per ben 410 km. Arrivati da Longobardi, hanno pernottato, la sera del 26, presso l’Arci di Paola che ha indicato come tappa successiva un contatto presso Capo Bonifati, dove hanno passato la scorsa notte.

Alla domanda «C’è qualcosa che vi è rimasto particolarmente impresso?» rispondono che sicuramente non dimenticheranno “l’ospitalità inospitale” ricevuta una volta, in quanto la persona che aveva accettato di accoglierli, non si è fatta trovare al loro arrivo, e «che ci sia qualcuno che conosca poco il proprio territorio, o il degrado di alcuni luoghi che quotidianamente vediamo. Ma quel che rimane più impresso è scoprire che ci sia un riscontro positivo a questi tipi di fermenti che creano movimenti nuovi» dice Anna.

Quando alla sera con i loro sacco a pelo sempre vicini, si preparano per mettersi a letto, chiedono ai padroni di casa, o agli associati, una parola che secondo loro potrebbe cambiare il mondo, creando così in questo lungo percorso, un dizionario delle parole per un mondo migliore, che alla fine di tutto, hanno intensione di pubblicare.

Un cammino alla ricerca dei nostri posti più belli, fatto di incontri con persone ospitali o meno, con le quali Anna e Riccardo hanno potuto, e possono ancora, entrare in relazione. Raccontando la loro storia, i loro percorsi, apprendendo qualcosa in ogni posto, e lasciando sicuramente di se un bel ricordo a chi ha avuto la fortuna di incontrarli e accoglierli, nonostante fossero dei perfetti sconosciuti.

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