Unical Occhi a Perdere

Occhi a perdere in scena al Piccolo Teatro Unical

Andrà in scena oggi 24 aprile, presso il Piccolo Teatro Unical a Rende, “Occhi a perdere”, incubo premonitore da “Edipo Re” di Sofocle, racconto classico riferito a Tebe, e “Navi a perdere” di Carlo Lucarelli, libro in cui si parla di un illecito traffico di rifiuti, per la regia di Virginio Gallo, con Loredana Ponti , Ester Perri, Annamaria Liguori, Floriano Canonaco, Luciano Gagliardi.

Due tragedie diverse ma che, ad un occhio attento, si trasformano in un intreccio di personaggi che strada facendo, suggeriscono un epilogo, in entrambi i casi già annunciato. Protagonista, in tutte e due le storie, un uomo che cerca, che a tutti i costi insegue la verità, anche a rischio della propria vita.

Edipo, al quale era stato predetto che avrebbe ucciso il padre e sposato la madre, scappò da Corinto per evitare che la profezia si verificasse, dirigendosi a Tebe. Incontrando sul suo cammino il re Laio, lo uccise, non sapendo che si trattasse del padre. Si compiva la prima parte della profezia. Arrivato a Tebe, seppe risolvere l’enigma che la Sfinge – creatura metà uomo e metà leone – poneva agli abitanti dell’antica città, divorandoli in caso non avessero saputo risolverlo. Per ingraziarlo, i tebani lo eressero a re, dandogli in sposa Giocasta, sua madre. Si compiva così l’altra parte della profezia. Emanò un decreto: l’assassino del Re Laio sarebbe stato punito con la cecità, e anche quando scopre di essere lui l’uccisore, non esita ad attuare tale decreto.

Natele De Grazia è un capitano di corvetta che indaga sulla Jolly Rosso, nave protagonista di un giro di rifiuti pericolosi, che nella notte del 14 dicembre del 1990, si arena sulla spiaggia di Amantea. Avrebbe dovuto affondare e invece, col suo carico di rifiuti radioattivi e tossici, resiste in una notte di tempesta, e arriva fino alla costa. Natale De Grazia stava indagando sulla Jolly Rosso e sulle navi dei veleni quando, nel 1995, in viaggio verso La Spezia, viene assassinato.

La “cecità” dei due uomini alla ricerca continua della verità, i numerosi avvertimenti inascoltati, ieri degli oracoli, oggi degli ambientalisti, sono solo alcuni degli elementi che accomuna le due tragedie, seppur scritte in epoche diverse. Sarà compito del pubblico riuscire a districare gli intrecci che compongono l’opera, in cui Virginio Gallo, in un susseguirsi di cambiamenti di rotta, ora verso il passato, ora attraverso il presente, utilizza un simbolismo, semplice o meno che sia, che aspetta solo di essere scoperto.

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