Si è spenta lo scorso dicembre a Parigi, dopo una lunga lotta contro il cancro, l’attrice danese Anna Karina, all’età di 79 anni.
Nata a Solbjerg il 22 settembre 1940 con il nome Hanna Karin Blarke Bayer è stata una delle principali figure del cinema francese degli anni ’60 e della Nouvelle Vague. Oltre ad aver recitato in diversi film del marito Jean-Luc Godard, ha preso parte a pellicole di altri importanti registi quali Luchino Visconti, Jacques Rivette, Agnès Varda, Rainer Werner Fassbinder e altri.
Splendida ragazza dagli occhi blu e dai lineamenti scultorei, dopo un debutto nelle taverne danesi come cantante e modella si trasferisce a Parigi. Nella capitale francese incontra Coco Chanel e Pierre Cardin che le suggeriscono il nome d’arte. Fatale nel 1960 l’incontro con il giovane Godard che, notandola in uno spot pubblicitario, le offre una parte per il suo secondo film Le petit soldat, consegnandole un bigliettino sul set con scritto “je vous aime” e invitandola a cena la sera stessa proponendole il matrimonio. L’avvenente attrice reciterà in alcuni dei film migliori del marito, veri e propri capolavori del cinema mondiale, quali La donna è donna (1961), Questa è la mia vita (1962), Bande à part (1964), Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville (1965), Il bandito delle undici (1965) e Una storia americana (1966)
A proposito del cineasta, la Karina una volta ha raccontato “Jean-Luc non era solo mio marito, era mio padre e mio fratello, firmava per me i contratti perché ero minorenne, mi dava libri da leggere e stabiliva i tempi della mia formazione: Bernanos prima di Céline”. Sul metodo di lavoro continua “Scriveva le battute all’ ultimo momento ma ci faceva provare moltissimo e non potevamo cambiare una virgola. E si lamentava sempre degli attori, di tutti. Diceva che eravamo incapaci di leggere dieci righe di France-Soir senza sbagliarci. Ed era vero. Diceva che un attore dovrebbe lavorare almeno quattro ore al giorno davanti allo specchio” confermando l’alto spirito professionistico del fautore della Nouvelle Vague. Godard e la Karina divorzieranno nel 1965
In Italia Anna Karina ha lavorato in film quali Lo straniero (1967) di Luchino Visconti (adattamento del celebre romanzo di Albert Camus), oppure ne L’invenzione di Morel di Emidio Greco (anche questo da un romanzo, dell’argentino Adolfo Bioy Casares) e in Pane e cioccolata a fianco dell’indimenticabile Nino Manfredi, entrambi girati nel 1974. Negli anni ’80 ha molto diradato le apparizioni sullo schermo, limitandosi a ruoli di secondo piano come ne L’opera al nero (1988) a fianco di Gian Maria Volontè, o in camei di lusso come in The truth about Charlie (2002) di Jonathan Demme, omaggio al cinema francese del periodo di Godard e Truffaut.
Pur ritirandosi dallo schermo, negli ultimi anni si è impegnata in vari incontri in giro per l’Europa, raccontandosi sempre con brio ed eleganza quale protagonista di una delle pagine più importanti della settima arte. La sua ultima apparizione pubblica in Italia risale al giugno 2018 durante la rassegna “Il Cinema Ritrovato” a Bologna