L’Associazione Guardie Riunite d’Italia (A.g.r.i.), coinvolta – suo malgrado – nella turbolenta questione legata al Corso di Formazione per Guardie Giurate organizzato di recente a Rende da referenti paolani, ha adito le vie legali contro coloro che, così come si sospettava sin dal principio, avrebbero usurpato la credibilità nazionale dell’associazione per dar maggior risalto ad un’iniziativa rivelatasi un bluff.
Deprecando l’operato di coloro che si sono attivati per condurre a buon fine la truffa, i rappresentanti A.g.r.i. e quelli di un’altra associazione campana, hanno avviato le pratiche legali funzionali a risalire all’identità dei responsabili della messa in scena costata, ad ogni partecipante, circa 375 euro.
Muovendosi da Roma, l’A.g.r.i. ha puntato il dito contro coloro che – allo stato attuale – risultano come gli unici referenti di un’organizzazione che, comunque, ha raccolto ed inviato soldi ad un fantomatico “livello superiore” del quale, ancora oggi, non s’è trovata traccia.
Riepilogando i fatti (riportati comunque in cronache puntuali disponibili qui e qui), basti sapere che circa cento persone sono state avvicinate da referenti di un’organizzazione dedita al reclutamento di “studenti” da includere in un Corso per Guardia Giurata, al termine del quale si sarebbe dovuta schiudere una ghiotta opportunità lavorativa. Tra i tanti che sono stati convinti a partecipare all’evento formativo, anche padri e madri di famiglia disoccupati, nonché lavoratori che sarebbero stati indotti a lasciare la propria occupazione (alcuni di questi addirittura contattati all’estero), con la sicura prospettiva di un coinvolgimento nel mondo della security. Eventualità che, all’esito dell’iter costato 375 euro a partecipante, non si è affatto verificata, lasciando con un pugno di mosche tutti gli aspiranti vigilantes.
Per questo l’A.g.r.i., associazione nazionale di comprovata affidabilità e credibilità, dissociandosi dall’utilizzo del proprio logo affisso sul materiale informativo diffuso dall’organizzazione, ha anticipato di voler procedere sia in sede penale che civile contro gli orditori del raggiro.
«La scrivente associazione guardie riunite d’Italia, unitamente ad un’altra associazione campana, sono state vittime di una truffa perpetrata ai danni di circa cento aspiranti guardie giurate, della provincia di Cosenza, che hanno partecipato ad un corso di formazione professionale con la promessa di lavoro e porto d’armi […] Veniva rilasciato un attestato con il logo A.G.R.I. di cui questa associazione risulta completamente estranea ai fatti, così come riportato dalla cronaca locale. Il legale rappresentante dell’associazione A.G.R.I. nelle prossime ore (era lo scorso 10 Febbraio, ndr) presenterà regolare denuncia verso gli organizzatori che, dovranno rispondere, anche, delle responsabilità civili, per aver utilizzato il logo associativo e per la relativa ricaduta d’immagine. La presente associazione è sempre stata promotrice della legalità e già in altre occasioni ha avuto modo di attenzionare le varie Procure della Repubblica per fatti contrari alla morale e alla giustizia pubblica. Certi che anche in questa occasione sarà fatta luce sulle responsabilità di chi ha utilizzato il buon nome A.G.R.I. per trarne beneficio personale ed economico».