Il 28, 29 e 30 settembre 2020 si terrà a Cosenza la quarta edizione del Laterale Film Festival, una maratona di cortometraggi sperimentali provenienti da tutto il mondo, più precisamente da Italia, Regno Unito, Grecia, Australia, Belgio, USA, Canada, Russia e Francia.
Dopo il successo delle tre precedenti edizioni, la manifestazione continua: nessuno la ferma, i giovani organizzatori sembrano non farsi intimorire dalle difficili situazioni logistiche legate all’emergenza sanitaria ancora in corso. I cortometraggi in programma mettono in pratica nuovi linguaggi, particolari forme d’espressione e sorprendenti scelte nel narrare, scrutare, osservare all’interno dell’immagine in movimento, quell’occhio del Novecento come la definisce il teorico Francesco Casetti.
Come tutto il cinema sperimentale, quello proposto dai ragazzi del Laterale Film Festival è un circuito filmico inconsueto e apparentemente anomalo, che offre nuove formule del visibile, in relazione a una messa in discussione degli aspetti stessi dell’immaginario. Un cinema non distribuito regolarmente in sala come le produzioni canoniche dunque, ma che può contare sulla fiducia di una certa schiera di curiosi, appassionati, filmmaker e studiosi, giovani e meno giovani. Ma anche un percorso verso l’inesplorato, che dovrebbe essere fondamentale all’interno di una ricerca sull’arte. La situazione che stiamo vivendo in questi mesi non è certo ancora delle migliori, ma ciò non dovrebbe spingerci a perdere entusiasmo nel “andare al cinema”. L’altro giorno, trovandomi a parlare con Felice Laudadio, il presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, ho affrontato questo discorso; la gente tornerà a riaffollare le sale? Da parte mia c’era un certo ottimismo, da quella di Laudadio no, “la gente ha paura di tornare al cinema”, sosteneva, sicuro che fino a quando tutto quello che stiamo vivendo non sarà finito, (o quasi finito), l’affluenza continuerà ad essere mediocre. Ma ci sarà un’altra ragione: se i numeri dei biglietti staccati saranno tutt’altro che incoraggianti nelle prossime settimane, questo non dipenderà soltanto dalla situazione sanitaria, ma anche dai prodotti offerti, spesso mediocri, o che, volendosi dimostrare satirici sull’attualità (come Lockdown all’italiana di Vanzina), rischiano di essere controproducenti, ironizzando su una difficoltà collettiva dalla quale ancora non siamo usciti. Vero che nel 1945 arrivava sugli schermi Roma città aperta di Rossellini, e con esso la rinascita del cinema italiano. Ma quando è stato proiettato per la prima volta la guerra era già finita! Il Cinema dev’essere una forma di evasione, di ampliamento della realtà, oltre che “di allontanamento dalla paura e dal pudore”, come sosteneva Giovanni Grazzini. In questi giorni il buio della sala deve ancora offrirci la possibilità di dimenticare certe abitudini, di farci uscire da certe cognizioni, ma soprattutto di salvarci dalle menzogne del quotidiano. Essere la Settima Arte significa essere al di sopra della realtà.
Tra i vari cortometraggi proposti dall’edizione di quest’anno troviamo NIMIC di Yorgos Lanthimos, autore di film come The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro. Per quanto il regista greco abbia dato il meglio di sé nel suo primo periodo vissuto in patria (con opere come Kinetta [2005] e Alps [2011]) la sua presenza all’interno di un Festival è pur sempre una garanzia di attrazione. A quest’autore visionario e pseudo-distopista, per non dire para-kubrickiano, il pubblico non manca.
Il Festival, non competitivo e a ingresso libero, avrà luogo al Cinema San Nicola di Cosenza dal 28 al 30 settembre a partire dalle ore 20:30. Pur nel rispetto di tutte le precauzioni legate all’emergenza sanitaria, sarà per tutti i curiosi un’occasione di condivisione, di scoperta e di incontro, evidente sin dai titoli delle tre serate, che sembrano davvero usciti da una notte di “Fuori Orario – Cose (mai) viste”, il noto contenitore di cinema d’essai notturno che va in onda su Rai 3 condotto da Enrico Ghezzi, che con titoli del genere ci ha introdotto per anni alla visione di film provenienti da ogni parte del mondo e d’ogni risma. Che la nuova edizione del Laterale possa ambire a tanto? Chi lo sa!
Questo il programma completo dell’edizione:
Lunedì 28 settembre – in tutta l’apertura del mondo
- 3 Dreams of horses (2018) – Mike Hoolboom (Canada) – 6′
•Resurrection Plant (2020) – Katia Viscogliosi & Francis Magnenot (Francia) – 16′
•Epoca es poca cosa (2020) – Ignacio Tamarit & Tomás Maglione (Argentina) – 3′
•Camera sick (2019) – Jeremy Moss (USA, Marocco) – 15′
•Freeze Frame (2019) – Soetkin Verstegen (Belgio, Germania) – 5’
•Life after love (2018) – Zachary Epcar (USA) – 8′
•Immortality of Crab (2019) – Giacomo Manzotti (Italia) – 2′
•Tomorrow (2018) – Bo Vloors (Belgio) – 15′
•Fossil Falls (2019) – Ekaterina Selenina & Alexey Kurbatov (Russia, USA) – 5′
Martedì 29 settembre – l’ombra che ci somiglia
- Nimic (2019) – Yorgos Lanthimos (Germania, Regno Unito, USA) – 12′
•Between the eyes 2 (2019) – Heehyun Choi (USA) – 3′
•Merci mais non merci (2019) – Alessandra Beltrame (Italia) – 14′
•Mood (2020) – Sonia Freida Knop (Russia, Germania) – 7′
•They met under a ceiling sky (2020) – Catriona Gallagher (Regno Unito, Grecia) – 21′
•Self portrait with bag (2020) – Dianna Barrie & Richard Tuohy (Australia) – 6′
•Fertile (2019) – Terry Silvester (Regno Unito) – 11′
Mercoledì 30 settembre – nei dispersi infiniti, più spazio di ogni spazio
- The Flood (2019) – Kristijan Krajnčan (Slovenia, Croazia) – 15′
•Prima luce (2020) – Richard Ashrowan (Regno Unito) – 9′
•Earth FM (2019) – Philip Rabalais (USA) – 11′
•LT (2018) – Ignazio Fabio Mazzola (Italia) – 3′
•Dear Friend where do we go today? (2019) – Roberto Valdivia (Italia) – 10′
•Passerine in time (2018) – Laurids Andersen Sonne (Danimarca) – 8′
•Murmur (2019) – Jan Locus & Stijn Demeulenaere (Belgio) – 10′
•Chimera (2019) – Melina Loukanidou (Grecia) – 9′