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Dopo aver visto adibire a centro di stoccaggio rifiuti (temporaneo) il famigerato PIT sul Lungomare (noto anche, citando parte della minoranza consiliare, come “ecomostro”), i cittadini paolani sono venuti quest’oggi a conoscenza di un’ulteriore eventualità, inerente l’ambito, che riguarda un’altra struttura posta su territorio comunale (in una zona altrettanto suggestiva, se non più “naturalistica”, dello stesso litorale).
All’esito di una “visita” effettuata ieri mattina presso il Capannone comunale sito lungo l’asse che separa la SS18 (zona Gaudimare) dall’entroterra (contrade di San Miceli e San Salvatore), i Carabinieri del nucleo Forestale hanno apposto i sigilli a diverse anomalie, riscontrate lungo l’area delimitata attorno all’edificio.
All’esito del sopralluogo, gli agenti intervenuti con delega d’indagine da parte della Procura, hanno nastrato zone caratterizzate da cumuli di immondizia, ammassati nei pressi di altri rifiuti speciali, compresi un cassone e la guaina bituminosa dello stesso Capannone, divelta dal tetto qualche tempo fa.
Sulle dinamiche che hanno caratterizzato il tira e molla tra l’amministrazione comunale e la ditta appaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti, è inutile sprecare battute, perché le cose saranno chiarite nelle opportune sedi dove il sindaco Roberto Perrotta e il responsabile dell’ufficio tecnico, ingegner Fabio Iaccino, saranno chiamati a rispondere nella loro veste di indagati.
