È possibile una guida turistica culturale, piena di riferimenti letterari, mitologici e filosofici? Nel variegato mondo dell’editoria indipendente degli ultimi anni c’è posto anche per questo. Là dove splendeva Atlantide. La bellezza e i miti del mare greco di Paolo Bertetto (stimato professore di cinema in pensione) non è un diario nella natura selvaggia, né tantomeno un excursus antropologico da esploratori agguerriti. Come già detto, il volume (292 pg, pubblicato come Indipendent Publishing Amazon), è una “mappa” del patrimonio artistico e della bellezza naturalistica delle isole del Mare Greco, nell’Egeo, “là dove si è affermata la civiltà, è esplosa oggi con una forza e una dimensione di massa incredibili, la moderna civiltà del turismo e cioè dello spettacolo sperimentato e vissuto in un mondo di straordinaria bellezza”, come afferma giustamente l’autore nel capitolo d’apertura.
Mete ultragettonate nel turismo estivo dell’ultimo decennio, le isole di Santorini, Creta, Mikonos e Paros, fino a Naxos e le Cicladi, vengono descritte dall’autore del testo con un racconto che mette in parallelo la figurazione mitologia di quei luoghi (dall’Odissea, a Saffo, fino a Henry Miller e Nietzsche), con una descrizione, molto personale e opinabile, dello status urbanistico attuale, a cui si aggiungono riflessioni e memorie, a cominciare dal primo viaggio dell’autore nei luoghi in questione, avvenuto nel 1976 (un po’ di sincero autobiografismo in questo caso non guasta). Proprio attraverso questo confronto tra passato e presente osserviamo, con l’autore, quanto nel corso dei decenni la concezione turistica da parte degli occidentali sia notevolmente cambiata.
Apprezzato docente di storia del cinema e analisi del film, Bertetto non può ovviamente mettere da parte il confronto tra la mitologia di quell’Atlantide mitizzata sin da titolo e il cinema; per la prima volta, forse, abbiamo un elenco di tutti i film ambientati nell’isola leggendaria, dai film in costume di Pabst e Tallas, fino alle commedie nostrane come Totò sceicco. Questo volume è, dunque, un catalogo di dotte riflessioni sulla Grecia e il suo immaginario. Sappiate che non vi troverete l’avventuroso acume dei diari escursionistici di Paolo Rumiz, e neanche l’ingenuo vagare del più ingenuamente stupito dei turisti occidentali, ma è comunque utile da consultare per chi volesse avere qualcosa di più dalle semplici mappe turistiche multilingue.