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Paola – Bilancio in deficit: l’amministrazione ricorre al fondo riserva

Dev’essere proprio approfondito il «monitoraggio» (© del capogruppo LMC, Marco Minervino) cui, l’amministrazione comunale a guida Politano, sta sottoponendo la precedente gestione dell’ente, se ancora non si muove foglia sul fronte del Bilancio (su cui si dovrà deliberare entro il 31 Agosto) e – di conseguenza – si preferisce ricorrere a “risorse estreme” pur di andare avanti.

Sarà stato forse questo il criterio adoperato sinora, probabilmente dovuto alla pesante eredità lasciata dai precedenti inquilini del Sant’Agostino, che tanto per dirne una sono gli stessi che hanno portato l’ente in uno stato di deficitarietà strutturale (come a dire che “la casa c’è ma ha una crepa nel trave portante”).

Questa amarissima realtà, emerge anche dalla relazione sulla gestione, che nella sezione dedicata al “rendiconto 2021”, sentenzia: «L’ente pertanto risulta in situazione di deficitarietà strutturale».

Proprio il 2021 è stato l’ultimo anno “d’armonia” per la coalizione di Salute Pubblica, che fino alle elezioni regionali di ottobre è stata coesa nel gestire la città. Una pigna, nonostante i sospetti reciproci circa la reale lealtà nei rapporti, e malgrado il quadro di una giunta ormai rimaneggiata per tre quarti, coi dolorosi abbandoni di Tonino Cassano prima, per ragioni legate proprio all’assetto amministrativo (successivamente “dirottato” verso impostazioni molto diverse), e Francesco Città poi, come conseguenza della perdita di un asse portante dell’esecutivo. Senza dimenticare la “cacciata” di Francesco De Cesare per far posto ad Alessio Samà, più gradito al fronte che stava costituendosi attorno ad un’idea di sindaco diversa da Roberto Perrotta, e l’allontanamento volontario di Emilio Mantuano, ingegnere poi sostituito dal veterano Utc Salvatore Romito, geometra in quiescenza richiamato “in servizio” col placet dell’allora capogruppo di maggioranza, Stefania Mirafiori.

Insomma, un deficit che non è proprio “sconosciuto sconosciuto” all’amministrazione della “nuova era”.

Fatto sta che le implicazioni dovute a questo certificato stato di cose, sono talmente tante per ciò che riguarda l’amministrazione, che per rappresentarle degnamente tutte ne basta una: non si possono fare assunzioni.

Il comune di Paola, allo stato attuale, non è in grado di prendersi in carico nuovo personale, neanche per sostituire i pensionati, non può costituire uffici accessori (come ad esempio lo “staff” del sindaco), ed è ingessato su una discreta quantità di attività.

Persino l’ordinarietà, nel presente, ha il tratto dello “straordinario”, perché comunque costa sacrifici, come quello dovuto fare intaccando il “fondo di riserva” per rispondere ad un rilievo dell’Agenzia delle Entrate, un’operazione banale che però – a quanto pare – non poteva essere effettuata altrimenti.

Inutile girarci intorno, quando a breve si riunirà la massima assise cittadina (sempre sperando che il tema dell’alta velocità non passi in second’ordine) per deliberare i primi passi da compiere nel verso più delicato di tutti, sarà possibile comprendere la prospettiva cui rivolgere lo sguardo per capire dove andare, perché da ciò che “passerà” col Bilancio, dipenderà anche il trattamento riservato ai cittadini, sia in termini di sgravi che di imposte, con molti ambiti che richiedono ritocchi che non sempre saranno “graditi”.

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