Considerato il “sequel”, a questo punto è lecito aspettarsi che nel comune di Paola si stia realizzando una “saga”. Perché, dopo il secondo atto d’affidamento incarico a società contraddistinte dall’assenza di un organico stipendiato, è normale ipotizzare che ne seguiranno altri.
Tratto senz’altro distintivo della “nuova era” insediatasi con l’amministrazione Politano, l’usanza di impegnare l’ente in rapporti fiduciari con soggetti giuridici di autocertificata affidabilità, pare davvero una pratica da perpetuare.
Infatti, dopo l’esemplare delibera con cui è stata individuata, e cooptata, la professionalità necessaria per gestire la promozione dell’immagine del territorio paolano (che, a parte i riferimenti al solo nome della società, al fatto che sia priva di dipendenti e che lavorerà gratuitamente, non conteneva dettagli utili a comprendere chi fossero i professionisti ingaggiati), è ora la volta della determina con cui, il responsabile del 2° settore del municipio (l’Ufficio Tecnico per intenderci) ha ratificato l’ «Affidamento diretto per la redazione di proposte progettuali di innovazione sociale inerenti la “Rigenerazione urbana del Centro storico di PAOLA – Il Borgo di Francesco” (art. 1, comma 2, lett a) D.L. 76/2020) tramite piattaforma e-procurement della Stazione Appaltante (P.E.A.F.), alla società C-EVE S.R.L.».
Una cosuccia da 71.145,26 euro, che al netto dell’Iva diventano € 58.315,79, impegnati per una serie di attività che consisteranno: « a. nella rigenerazione del centro storico tale da informare una programmazione relazionata con politiche turistiche, sociali, economiche e culturali, con soluzioni compatibili con gli strumenti urbanistici; b. nella riorganizzazione del perimetro comunale, studiando la possibilità di ridurre il protagonismo delle auto e valorizzando la relazione con gli itinerari attorno al Santuario di San Francesco, anche attraverso l’avvio di percorsi di auto-impresa e sostegno a start up giovanili nei settori dell’arte e cultura, transizione ecologica, rigenerazione verde di spazi pubblici, riciclo creativo, economia circolare, gastronomia d’eccellenza, per ospitare spazi d’atelier di artisti emergenti e/o affermati per la realizzazione di eventi letterali, culturali e musicali con installazione/performance/mostre artistiche fra tecnologia, tradizione e innovazione; c. nella riqualificazione di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado, ai sensi dell’art. 5 della legge 6 ottobre 2017, n. 158, al fine di sostenere l’imprenditoria giovanile in un’ottica di economia circolare sul riuso della materia tra creatività e antiche tradizioni artigianali con l’intento di valorizzare gli antichi mestieri coniugando tradizione, arte e design».
Della società affidataria è dato sapere che è siciliana, di Messina precisamente, e che «è esente ai fini del DURC in quanto non ha aperto nessuna posizione INPS e INAIL, non avendo a carico personale dipendente, giusta dichiarazione allegata».
In conclusione, l’unico dubbio che rimane riguarda la contestualizzazione dell’atto, se è da considerarsi un “sequel” piuttosto che un “prequel”. Perché l’incarico è stato conferito lo scorso dieci novembre, otto giorni prima della “giornata paolana dell’umiltà”, celebrata dalla giunta con le delibere 166, 167 e 168, e quattro giorni in anticipo rispetto al consiglio comunale sul bilancio. Un tarlo che comunque lascia il tempo che trova, il dado è tratto.