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Paola – «L’ospedale è preso d’assalto, ma il tirreno è assai carente»

Anche nella provincia di Cosenza sono scattati, come in tutta Italia, i controlli dei Nas nelle strutture private, per accertare, quanto denunciato a livello nazionale, di cooperative che assumono medici privatamente per offrire, questi  operatori a strutture private ma anche pubbliche.

Ma, come hanno denunciato alcuni organi stampa e televisivi, queste cooperative – spesso fittizie – non danno alcuna garanzia, per cui sono stati scoperti medici che non potevano esercitare a vario titolo. Tipo medici sospesi dagli albi, medici con procedimenti legali a carico, ed altre irregolarità.

Queste cooperative, spesso non esercitano alcun controllo, essendo gestite da personale senza alcuna competenza.

Questo fenomeno, a causa della carenza di medici, è esploso in modo eclatante al nord, dove circolano delle cifre astronomiche, con dei paradossi dove, il medico regolarmente assunto, percepisce molto di meno, pur svolgendo lo stesso lavoro del collega della cooperativa.

Dai primi controlli dei Nas, al momento nella provincia di Cosenza questo fenomeno sembra essere ancora assente. Il Sindacato Medici Italiani (Smi), esprime la propria contrarietà alle cooperative, perché di fatto smantella ulteriormente il Servizio Sanitario Nazionale (ssn).

Secondo il presidente nazionale emerito, Cosmo De Matteis, «la sanità calabrese di fatto sta divenendo appannaggio del privato, non sempre all’altezza delle reali necessità. Assistiamo da anni – prosegue lo stimato camice bianco – a titoli di giornali con promesse straordinarie, la realtà è che le strutture pubbliche non sono più in grado di fornire i livelli essenziali di base. Mentre assistiamo a proclami di aperture di nuovi ospedali, giornalmente come medico mi trovo in gravi difficoltà per normali patologie per carenze di personale e posti letto. Lo Ionio ed il Tirreno sono l’emblema di questo disastro. Da anni assistiamo alla farsa della ripresa  dell’ospedale di Praia a Mare, per cui tutto l’alto tirreno è costretto a far capo a regioni limitrofe. Cetraro è diventata una enorme struttura vuota e cadente, una situazione incredibile. Paola è preso d’assalto, ma non può far fronte alle richieste quotidiane. In particolare il pronto soccorso andrebbe assolutamente potenziato con personale medico ed infermieristico, ed andrebbero  previsti dei posti letto di osservazione. Non cito l’ospedale di Cosenza – prosegue il medico – dove si riversa, per la chiusura degli altri ospedali, una enorme mole di pazienti a cui è impossibile fare fronte, come evidenziato dalla cronaca quotidiana. Che dire dei servizi specialistici? Mesi di attesa per qualsiasi branca, un esempio odierno che conferma le gravi carenze: ho chiesto una visita oculistica, primo giorno utile giugno del 2023, non ci sono commenti. Per cui l’antico detto: “chi ha soldi si cura col privato, il resto si rassegna”. Infine si riparla dell’emodinamica dell’ospedale di Paola: anche questo problema è stato sollevato dallo Smi in molteplici occasioni – ha concluso Cosmo De Matteis – non si può morire a causa di un infarto, perché bisogna recarsi a Cosenza o Catanzaro, mentre l’unica struttura che ha un servizio di emodinamica sul tirreno è di un privato. Quindi basta annunci e tagli di nastri, fatti e non passerelle».

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